mercoledì 25 novembre 2009

SPORCO E' BELLO, e il sistema immunitario è più forte!



IGIENE
Bimbi sporchi più sani
Uno studio dimostra come alcuni batteri aiutano la reazione immunitaria della pelle in caso di ferit
a

MILANO - Igienisti di tutto il mondo, ravvedetevi. Germi e batteri non sono solo fonte di malanni e infezioni, ma anche un importante aiuto nel corretto funzionamento della reazione immunitaria dell’organismo. Uno studio realizzato dall’Università di San Diego e condotto sotto la guida di Yu Ping Lai ha mostrato come questo avvenga nel caso di ferite cutanee. La pelle reagisce meglio alle ferite se non è troppo pulita, se cioè la microflora è adeguatamente popolata di stafilococchi. I risultati sono stati pubblicati sull’ultimo numero di Nature Science e riproposti dal Guardian.

LA RICERCA - Le analisi, che sono state condotte in laboratorio su colture di cellule umane e di cavie, hanno permesso ai ricercatori di osservare il funzionamento della microflora della pelle in cui sono presenti alcuni stafilococchi che hanno una funzione mitigante nei confronti della reazione immunitaria in caso di tagli. Gli stafilococchi producono l’acido lipoteicoico che agisce sui cheratinociti, le cellule dell’epidermide responsabili anche dell’assorbimento della melatonina, in modo che questi evitino che il sistema immunitario reagisca in misura eccessiva all’infezione esterna producendo arrossamenti, eruzioni e sfoghi cutanei. Insomma, batteri che sono potenzialmente nocivi aiutano a regolare la risposta immunitaria evitando problematici eccessi di difesa.

IPOTESI IGIENICA – I risultati forniscono ulteriori giustificazioni scientifiche alla cosiddetta ipotesi igienica (Hygiene Hypothesis), formulata verso la fine degli anni ’80, che spiega l’alta percentuale di allergie nei Paesi industrializzati con una bassa esposizione ad agenti patogeni. La febbre da fieno e l’eczema sono per esempio due effetti collaterali di una mancata esposizione ai germi dello sporco. Il professore di Pediatria Richard Gallo, parte del team di ricerca, ha dichiarato che lo studio «fornisce una base molecolare alla comprensione dell’ipotesi igienica e porta alla luce elementi della risposta dell’organismo alle ferite cutanee che erano ignoti». Soprattutto per i bambini che hanno il sistema immunitario in formazione, un po’ di sporco aiuta a restare sani.

Gabriele De Palma
25 novembre 2009

fonte:

IL MONDO VISTO DA LE MONDE



GENIALE

MENO PANNOLINI, almeno proviamoci



Ecco il paese senza i pannolini
più bimbi in fasce, meno rifiuti

Esperimento nel Bresciano: in 4 comuni solo prodotti lavabili le mamme: non inquiniamo più e le dermatiti spariscono

CONCESIO - Il paese che non usa più i pannolini è alle porte di Brescia e all'ingresso della Valtrompia ed era conosciuto finora - tanto per mischiare il sacro al profano - per aver dato i natali a papa Montini e la cittadinanza italiana a Mario Balotelli.

Qui, adesso, nelle villette dai giardini ordinati, appena nasce un bambino, prima ancora che sulla porta venga appeso il fiocco rosa o celeste, arriva una lettera: cara mamma - dice - le rubiamo pochi minuti per proporle di entrare a far parte di un nuovo progetto. Si chiama Pannolino Amico, è gestito dall'Associazione Eva, e ha l'ambizione di trasformare Concesio in una capitale, quella della clean economy. I pannolini usa e getta costituiscono il 15 per cento dei rifiuti non riciclabili. I componenti chimici utilizzati per renderli assorbenti danneggiano la pelle dei bambini, tanto che secondo uno studio tedesco le dermatiti sono aumentate in questi anni dell'857 per cento e perfino la crescita dell'infertilità maschile viene fatta risalire all'aumento di temperatura causata dal pannolino. A ogni famiglia costano, per i tre anni in media in cui vengono utilizzati, una cifra che supera i 1.500 euro.

Da luglio sono 92 le mamme che hanno aderito e che hanno ricevuto, gratis, il kit necessario: tre mutandine e 24 pannolini di cotone, di quelli da lavare e riutilizzare. E se a convincerle sono state le assicurazioni che "non è un ritorno al passato, i pannolini di stoffa sono uguali a quelli usa e getta: semplicemente, anziché gettarli nel pattume, si mettono in lavatrice", adesso sono loro a spiegare perché non tornerebbero più indietro. L'associazione ha chiesto alle mamme di tenere un diario quotidiano per misurare le difficoltà e per verificare se la prima delle obiezioni - ci vuole troppo tempo e troppo lavoro - è fondata. Ed ecco cosa scrive Alessandra: "All'inizio ero titubante, poi ho visto che basta impratichirsi".

Luisella: "Per il mio primo figlio avevo il bidone della spazzatura sempre pieno e mi chiedevo se ci fosse un modo per inquinare di meno". Gianna: "Ho fatto il conto: servono 20 minuti alla settimana, tre minuti al giorno". Marina: "Temevo che il bambino restasse bagnato, ma non è vero". Chiara: "Mi piace toccare il cotone e sentire il profumo di pulito quando si asciuga al sole". Soprattutto, però, la dicono lunga i numeri: solo due famiglie hanno desistito.

Maria Braibanti è la ginecologa che ha ottenuto l'appoggio del comune (che ha stanziato 23 mila euro), di A2a, l'utility dei rifiuti (che, su richiesta della Regione Lombardia, allargherà il progetto a tutta Brescia), e delle farmacie. "L'ostacolo principale - racconta - è stato convincere le nonne e i mariti. Per la generazione del '68 quella dei pannolini usa e getta è stata una conquista e questo sembrava un ritorno al passato, verso la schiavitù dei lavori domestici. I mariti, invece, erano preoccupati che i panni dei bambini, in lavatrice insieme a tutti gli altri, sporcassero le loro camicie. L'esperienza ha mostrato che tutte e due le preoccupazioni erano infondate".

Prima di allargare l'esperimento a tutto il paese, Eva aveva testato il progetto su cinque mamme "difficili": con tanti figli, senza aiuti domestici, con un marito che mai cambierebbe un pannolino, impegnate nel lavoro, e sono state loro le testimonial più convincenti. Spinta da una direttiva europea che impone la riduzione dei rifiuti, favorita da una maggiore attenzione a quello che fa bene al corpo, aiutata dalla crisi economica, la campagna sull'uso dei pannolini lavabili si sta diffondendo in tutta Italia. Partita da Reggio Emilia, dall'Associazione famiglie numerose, ha visto realizzarsi progetti diversi: dal Trentino, dove i pannolini di stoffa vengono regalati, al Modenese, dove viene versato un contributo per l'acquisto, e al comune di Camigliano, in provincia di Caserta, che ha deliberato uno stanziamento pro-pannolini di stoffa. La Provincia di Torino garantisce sconti del 50% per l'acquisto di quelli lavabili mentre a Vico Equense, nel Napoletano, viene distribuito gratis il kit pannolino più mutandina. Così l'ecopannolino si fa strada.

Cinzia Sasso

fonte:

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Dati sempre più gravi. Secondo l'Istat 6,7 milioni di persone di sesso femminile
hanno subito aggressioni fisiche o sessuali nella loro vita. Pochissime denunce

Una donna su tre vittima di violenza
oggi si celebra la giornata mondiale

La manifestazione nazionale si svolgerà a Roma sabato prossimo alle 14

ROMA - In Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella corso della vita è stata vittima della violenza di un uomo. Secondo l'Istat sono 6,743 milioni le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale. Tre milioni di donne hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata, quasi mezzo milione nei 12 mesi precedenti all'indagine telefonica.

La violenza è prevalentemente casalinga. Ai danni di mogli e fidanzate i reati gravi: 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni tra le mura domestiche. Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro. A ottenere con la forza rapporti sessuali il 70% delle volte è il partner stesso e in questi casi il reato è reiterato. Un'agghiacciante abitudine domestica.
Solo il 6,2% delle aggressioni è stato opera di estranei.

Il rischio di subire uno stupro piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche e sessuali, seguiti da conoscenti, colleghi ed amici.

Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze subite da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite.

Per fare uscire dal silenzio questa drammatica situazione si celebra domani, 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare governi, istituzioni governative e non, società civile, mezzi di comunicazione di massa.

La manifestazione nazionale si terrà a Roma il 28 novembre alle 14, da Piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni. Una manifestazione, spiega il sito www. torniamoinpiazza. it, contro la violenza maschile sulle donne, "per la libertà di scelta sessuale e di identità di genere, per la civiltà della relazione tra i sessi, per una informazione libera e non sessista, contro lo sfruttamento del corpo delle donne a fini politici ed economici. Per una responsabilità condivisa di uomini e donne verso bambine/i, anziane/i e malate/i, nel privato come nel pubblico. Contro ogni forma di discriminazione e razzismo, per una scuola che educhi alla convivenza civile tra i sessi e le culture diverse".

Moltissime le iniziative che stanno avvenenedo in tutta Italia, come la manifestazione "Take Back the night", un corteo multietnico armato di utensili da cucina insanguinati che ha invaso piazza Vittorio a Roma attraversando la città (guarda le immagini su XL).

A Palazzo Ducale, a Genova, parte oggi: "Non ho mai subito violenze. E' vero?", mostra fotografica con 17 ritratti femminili, in un allestimento curato dalla scrittrice e docente di Filosofia teoretica dell'Ateneo del capolugo ligure Nicla Vassallo. Ad ogni tavola fotografica, che ritrae donne di ogni età e condizione socio-economica, corrisponde la scritta: "Non ho mai subito violenze. E' vero?".

(24 novembre 2009)

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altre notizie:

martedì 24 novembre 2009

GRANDIOSA INIZIATIVA



A Portland, nell'Oregon, è stato inaugurato il primo "Marijuana Cafè" americano. Il locale dalle 10 alle 22 serve cibo e marijuana a scopo terapeutico, previa presentazione di certificato medico che ne prescriva e autorizzi l'acquisto. In questa galleria, gli interni del locale e la titolare Madeline Martinez.

fonte:

Cannabis Cafe opens for medical marijuana patients in Northeast Portland






LA LETTERA



Mio figlio Aldo è stato ucciso in carcere

Il caso recente di Stefano Cucchi a Roma e quello di Giuseppe Saladino a Parma, hanno richiamato l'attenzione sui casi di Marcello Lanzi e di mio figlio Aldo Bianzino, anch'essi morti in carcere in circostanze tutte da chiarire. Ora, volendo esaminare il caso di Aldo, bisogna precisare alcune cose. Il P.M. dott. Giuseppe Petrazzini, che aveva fatto arrestare Aldo e la sua compagna la sera di venerdì 12 ottobre 2007, è lo stesso magistrato che ha in carico le indagini sul suo successivo decesso avvenuto nella notte tra il 13 e il 14. Aldo era in cella di isolamento nel carcere di Perugia. Era stato visto da un medico, che l'aveva riscontrato sano e da un avvocato d'ufficio. Non sono disponibili registrazioni di telecamere su ciò che è avvenuto successivamente, né, dopo il decesso, la cella risulta sia stata isolata e sigillata. A detta degli altri detenuti, durante la notte aveva suonato più volte l’allarme ed aveva invocato l'assistenza di un medico, sentendosi anche, pare, mandare al diavolo dalla guardia carceraria Gian Luca Cantore, attualmente indagato. Fatto sta che verso le 8 del mattino di domenica le due dottoresse di turno, trovarono il corpo di Aldo, con indosso solo un indumento intimo (siamo a metà ottobre, non agosto). I suoi vestiti si trovavano nella cella, accuratamente ripiegati (cosa che Aldo, in 44 anni, non aveva fatto mai). Aldo era morto. L'autopsia, svoltasi il giorno dopo, diede risultati controversi: si parlò prima di due vertebre poi di due costole, rotte, poi tutto fu negato. Di certo ci fu un'emorragia celebrale e un'altra al fegato. Ora, l'emorragia cerebrale è stata imputata ad un aneurisma, quella epatica ad un maldestro tentativo di respirazione artificiale, che le due dottoresse respingono nel modo più assoluto.

In ogni caso credo proprio di poter dire in tutta coscienza che Aldo è stato assassinato in un ambiente violento e omertoso, del quale non si riesce neppure a sapere i nomi del personale presente quella notte nel carcere. Quanto al dott. Petrazzini, mi sembra che dignità gli imporrebbe di passare ad altri il suo incarico, date le omissioni, invece di insistere come sta facendo, per ottenere l'archiviazione del caso. Ma i veri assassini sono coloro che hanno voluto ed ottenuto una legge sulle "droghe" come l'attuale, persone che nella loro profonda ignoranza, considerano in modo globale, senza distinzioni. Una legge fascista e clericale, da stato etico e peggio, da stato che manda in galera il poveraccio che coltiva per uso personale qualche pianta di cannabis, mentre, se la droga circola nei festini dei potenti, non succede nulla.

Giuseppe Bianzino

fonte: il Fatto Quotidiano del 24 novembre 2009

lunedì 23 novembre 2009

PAUSA PRANZO


«La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l'armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l'Italia. Non possiamo imporre ai lavoratori quando mangiare, ma ho scoperto che le ore più produttive sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare. Chiunque svolga un'attività in modo autonomo, abolirebbe la pausa pranzo. Non ho fatto nessuna proposta di abolire la pausa pranzo, ho solo detto che io l'ho abolita da vent'anni e lo stesso consiglio alla Camera dei deputati, perchè quella è l'ora in cui si lavora meglio»

Ministro Rotondi

SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI



Dal 21 al 29 novembre 2009:


Dal sito "ECO DALLE CITTA'"

Vi proponiamo alcuni criteri per ridurre considerevolmente la vostra produzione di rifiuti domestica, grazie alle scelte di acquisto.

Preferisci prodotti con poco imballaggio - Ci sono prodotti in cui gran parte dell’imballaggio è utilizzata per scopi promozionali o di marketing, che è inutile per il consumatore ma che a volte può incidere significativamente sul prezzo.

Preferisci prodotti concentrati - Diluendo in acqua i prodotti concentrati riduci notevolmente il volume dell’imballaggio e al momento dell’acquisto non paghi il costo dell’acqua, del maggior imballaggio e dei trasporti ad esso associati.

Preferisci prodotti “formato famiglia” - Sono più convenienti dei prodotti monodose e sono caratterizzati da un volume di imballaggio inferiore per unità di prodotto rispetto alle confezioni più piccole.

Preferisci prodotti con contenuto ricaricabile - Ogni volta che utilizzi una ricarica (refill) per un prodotto risparmi all’ambiente un imballaggio molto più voluminoso da smaltire, senza contare che questi prodotti sono spesso più economici.

Scegli imballaggi costituiti da un solo materiale - Un imballaggio costituito da più di un materiale non è differenziabile, anche se i singoli materiali che lo compongono lo sono; per questo è meglio evitare l’acquisto di prodotti con imballaggi multimateriale.

Non abusare di prodotti “usa e getta” - La cultura dell’”usa e getta” si è molto diffusa nella nostra società, soprattutto per l’apparente economicità e praticità. Non vengono però spesso considerati i costi sociali e gli impatti ambientali correlati a un uso non consapevole di questi prodotti (bicchieri, piatti e posate, rasoi, macchine fotografiche, batterie…). Limitandone l’acquisto a situazioni particolari si riduce notevolmente il volume dei rifiuti prodotti in ambito domestico.

Per fare la spesa preferisci... - … ai sacchetti di plastica, quelli di carta o ancor meglio di tessuto che potrai utilizzare per molti anni. Ridurrai il numero di sacchetti di plastica in circolazione, che spesso sono tra i rifiuti abbandonati nell’ambiente e che vengono portati dal vento e dal mare in ogni angolo del nostro pianeta.


Grazie a Luciano per la segnalazione.


Vanessa

sabato 21 novembre 2009

SAI RICICLARE?



Il test di Kataweb per verificare se sei informato su come differenziare i rifiuti:

Questo il mio risultato:


Vediamo se mi battete!

;)

Vanessa


venerdì 20 novembre 2009

ECOBANK, speriamo non sia un bluff



RIFIUTI

Guadagnare riciclando con il vuoto a rendere
Grazie al servizio Ecobank i cittadini aiutano le amministrazioni locali a fare la raccolta differenziata e ricevono in cambio un buono o una moneta. Ecco come funziona.

di Federico Formica

Un nichelino in cambio di una lattina vuota. C'è un modo per fare la raccolta differenziata e guadagnarci qualche euro. È il meccanismo del vuoto a rendere, in cui i cittadini aiutano le amministrazioni locali a dividere i rifiuti per tipologia e ricevono in cambio un buono o una moneta.

L'idea non è nuova: da diversi anni, negli Stati Uniti ma soprattutto nei paesi del nord Europa è facile vedere ragazzi che cercano bottiglie di plastica o lattine di alluminio nei cestini per poi portarle in strane macchinette, che ai forestieri sembrano più distributori di caffè e cappuccini. Una coppia inglese con la spazzatura è riuscita addirittura a pagarsi il viaggio di ritorno dalla luna di miele. Adesso, finalmente, anche in Italia comincia a muoversi qualcosa.

Il pioniere del vuoto a rendere made in Italy si chiama Ecobank e i primi cittadini italiani a sperimentare il servizio sono stati i piemontesi di Valenza e Alessandria. È stata la regione Piemonte, infatti, a finanziare il progetto sperimentale. Il test, partito a inizio 2009, ha avuto un grande successo. Al di là delle più rosee aspettative: in cinque mesi nelle stazioni automatiche Ecobank sono stati conferiti 850.000 pezzi tra bottiglie e lattine.

Come funziona. La raccolta differenziata del futuro manda in pensione i cassonetti colorati per sostituirli con stazioni automatiche computerizzate. I cittadini possono conferirvi diversi rifiuti:

- bottiglie per bevande in PET (un tipo di plastica), sia trasparenti che colorate
- lattine in alluminio e acciaio

E' molto importante che bottiglie e lattine non siano schiacciate (come invece si dovrebbe fare per la raccolta differenziata classica per risparmiare spazio), che abbiano ancora l'etichetta e che siano completamente vuote.

Una volta gettate tutte le nostre bottiglie, la macchina ci consegna uno scontrino che ha pieno valore economico. Ogni bottiglia o lattina vale 2 centesimi di euro. A Valenza e ad Alessandria il buono può essere speso in due supermercati. A Venaria Reale, dove Ecobank sbarcherà nei prossimi giorni, il sistema verrà integrato con la AmsCard, una scheda per usufruire di tutti i servizi comunali: farmacie, piscine, biblioteche, mezzi pubblici. Più si differenzia, più sconti e agevolazioni si ottengono.

Il cassonetto va in pensione. Visti da fuori potrebbero sembrare dei distributori automatici di bevande, in realtà le stazioni di Ecobank sono macchine molto evolute. Questi cassonetti intelligenti pesano la bottiglia che immettiamo e leggono il codice a barre stampato sull'etichetta. Ecco perché è importante non togliere l'etichetta e non schiacciare la bottiglia. Se è tutto ok, la macchina emette lo scontrino o ricarica la card comunale e noi possiamo andare a fare la spesa. È a questo punto che entra in azione il meccanismo nascosto: le macchine compattano il rifiuto, lo separano a seconda del materiale e del colore e, infine, lo stoccano in un magazzino sotterraneo. I rifiuti sono quindi invisibili e non deturpano neanche il paesaggio urbano. Quando il magazzino è pieno (contiene all'incirca 6000 bottiglie), il sistema manda un sms all'azienda locale che provvede a svuotarlo.

Il vuoto a rendere è un sistema evoluto che fa risparmiare molti soldi agli enti locali. Grazie ai cassonetti intelligenti, infatti, non c'è bisogno di selezionare i rifiuti, di separare il Pet colorato da quello trasparente o l'acciaio dall'alluminio. I rifiuti sono già pronti per essere rielaborati, trasformati e rimessi sul mercato sotto un'altra forma.

Un sistema in espansione. Il successo di Ecobank nei comuni di Valenza e Alessandria ha convinto la regione Piemonte a estendere il modello del vuoto a rendere a tutto il suo territorio. Venaria Reale sarà il prossimo comune a convertirsi ai cassonetti intelligenti, ma l'eco si è diffusa anche al di là dei confini regionali. Diversi comuni di Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna si sono interessate al progetto, cui potrebbero presto aderire. E non è finita: negli uffici di Ecobank è arrivata anche la telefonata del comune di Roma, che nella gestione della raccolta differenziata sta avendo grossi problemi. Che sia l'inizio di una rivoluzione?

(20 Novembre 2009)

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A VERY MERRY CHRISTMAS



Bossi: tutto legale. Bagnasco: accoglienza, è il dna della Chiesa
Gli amministratori di Coccaglio: abbiamo speso più per gli stranieri che per gli italiani

Viaggio nel paese di White Christmas
"I nostri figli hanno troppi amici neri"

dal nostro inviato SANDRO DE RICCARDIS

COCCAGLIO (Brescia) - Un anno fa, per John, il Bianco Natale è stato il concerto gospel nella parrocchia Santa Maria Nascente. È stato quelle lunghe notti di prove con i suoi amici del centro storico, ghanesi come lui, e coi senegalesi che arrivavano in chiesa dai condomini di via Castrezzato, gli unici palazzi in questo comune tutto ville e villette. "Un anno fa - dice ora John - il Bianco Natale era anche la mia festa. Io sono cristiano. Avevamo organizzato il concerto perché sappiamo che quel tipo di musica gli italiani la conoscono poco, la vedono solo in televisione". Poi John smette di parlare. Affonda il mento nella sua sciarpa rossa, gialla e verde come la bandiera del suo paese. "Quest'anno invece ci dicono che a Natale dobbiamo andare via".

A Coccaglio, il comune bresciano che con l'operazione "White Christmas" ha inaugurato la caccia al clandestino in nome del Natale, John e i suoi amici sono ormai un quinto della popolazione. Negli uffici del municipio c'è un grafico affisso al muro, che si arrampica ripidamente verso l'alto e mostra il terremoto etnico degli ultimi dieci anni. Aprile '98, 177 stranieri. Aprile 2009, 1583, su poco meno di settemila abitanti. Un'onda di migrazione che ha invaso questo borgo antichissimo e il suo centro storico che sembra rimasto immobile nel suo passato. Col castello romano ricamato di luci, la vecchia pieve dove ogni tanto si celebra messa, il monumento al madrigalista del '500 Luca Marenzio, proprio al centro della piazza che dal musicista prende il nome e divide due pezzi di città. Da una parte la caffetteria Ketty e il bar Al centro, vetrine lucide, arredi pettinati, clientela da middle-class di provincia. Dall'altra il bar Castello, comprato e gestito dai cinesi, frequentato soprattutto da stranieri. "Il nome lo conoscevo, "White Christmas", ma sinceramente non ci ho mai fatto caso - dice Romina, dietro il bancone della caffetteria Ketty - il problema è che del Natale a loro non gliene frega niente. Il nome forse è sbagliato, ma l'operazione, quella no. Loro qui non ci vengono. Perché fortunatamente con gli immigrati non ho mai attaccato". Il bar è un posto tranquillo. Entrano ed escono i clienti. Quattro sono seduti al tavolo. Arriva anche Monica, l'estetista del negozio accanto. "I miei figli hanno solo amici extracomunitari. Uno ha 14 anni, l'altro 12. Vanno in giro sempre con due romeni e due africani. A Coccaglio sono tantissimi. Io però non voglio che escano con questi. È razzismo questo?". Ma una ragione vera non c'è. "Mi chiede perché? Perché no. Non mi va. Non mi vanno nemmeno i loro genitori".

Mentre nel paese si discute e si commenta, l'amministrazione ha scelto il silenzio. Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi dice che "il Comune ha applicato la legge, anche se non c'era bisogno di chiamare l'operazione "White Christmas", si poteva chiamare "Natale controllo della regolarità". E il sindaco Franco Claretti e l'assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi, "leghisti dalla fondazione del partito", preferiscono non commentare. "Aspettiamo che Maroni riferisca in Parlamento, poi faremo anche qui una conferenza stampa" dice l'unico rappresentante in municipio dell'amministrazione, l'assessore alle politiche sociali Agostino Pedrali. "Da quando ci siamo insediati, a giugno, abbiamo speso più per gli stranieri che per gli italiani: 89mila euro contro 43mila". "Solo propaganda - replica il capogruppo del centrosinistra, Claudio Rossi - Su 150 alloggi da assegnare, solo due sono andati a stranieri".

Sui controlli in nome del Natale che hanno fatto indignare la politica e i cattolici, il presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, di nuovo ha spiegato che "la Chiesa ha nel suo dna più profondo, sull'esempio della luce di Gesù Cristo, il tema dell'accoglienza, del dialogo. Questo non significa, assolutamente, andare contro la sicurezza, altro diritto e dovere di tutti cittadini". Per trovare un po' di dialogo basta spostarsi poco più in là, alla periferia del paese, in via Mattei, al bar tabaccheria May Day. In centro lo chiamano il "bar dei kosovari", ma a versare grappa e litigare con la macchinetta del caffè c'è Andrea Cavallini, "purissimo bresciano", la moglie, clienti italiani, albanesi, macedoni e kosovari. "Lavorano tutti, chi fa l'operaio, chi il muratore. Tutti in regola e lavoratori. Ma da qualche settimana sono tutti a spasso. I cantieri sono fermi per la crisi". Andrea, che è amico e un po' il padre di tutti i ragazzi slavi, si è tenuta la tabaccheria e ha ceduto a loro il bar. "A me l'iniziativa non è piaciuta. Ma il metodo è terribile. Ti spediscono una lettera, se non rispondi entrano in casa, vedono se hai clandestini. Si faceva così ai tempi del Duce, lo faceva anche Stalin. Vogliamo tornare lì?". Se chiedi ai giovani kosovari dell'operazione "White Christmas" smettono di giocare a calcio balilla e spengono i sorrisi.

"Il problema non sono i controlli e nemmeno il nome - dice Mergan - è il momento. Perché ora c'è il rischio che con la perdita di lavoro si perda anche la possibilità di rinnovare i documenti. È vero, c'è il sussidio di disoccupazione. Ma si può chiedere una sola volta. Poi, dopo, cosa si fa con la moglie e i figli che sono nati qui, a Coccaglio". Mergan ha 38 anni, è arrivato in provincia di Brescia undici anni fa, si è sposato e ha ora quattro ragazzi. La sua è la storia di tanta immigrazione, impiegata nei cantieri edili tra Bergamo e Brescia, alla Scab che produce mobili, alla Bialetti delle famose caffettiere, nelle tante officine meccaniche. "Non lavoro da mesi - dice Megan - . Sono gli italiani a non chiamarmi più. Se va avanti così, e poi un giorno vengono a farmi un controllo, cosa succede?".

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giovedì 19 novembre 2009

L'ACQUA NON È PIÙ UN BENE PUBBLICO


302 VOTI A FAVORE E 263 CONTRARI
Bagarre alla Camera: passa
il decreto per privatizzare l'acqua
Manifestini con il disegno di un'Italia "disidratata".
Di Pietro annuncia referendum abrogativo

ROMA - Il decreto "salva-infrazioni comunitarie", con le contrastate norme sulla privatizzazione dell'acqua, è legge. La Camera ha approvato la conversione con 302 voti a favore e 263 contrari. Il via libera al provvedimento ha scatenato una bagarre in aula.

CONTESTAZIONI E BAGARRE IN AULA - I 25 deputati dell'Italia dei valori hanno iniziato a sventolare manifestini con il disegno di un'Italia "disidratata" e la scritta: «Giù le mani dall'Acqua». Il presidente Gianfranco Fini ha subito invitato i parlamentari a «mettere via i manifestini». Dal settore della maggioranza si sono poi levate grida, «Scemi, scemi», dirette ai banchi dell'Idv. Per tutta risposta qualcuno ha urlato: «Baciamo le mani don Silvio».

DI PIETRO ANNUNCIA UN REFERENDUM - Rilevando che questo decreto «piace solo al presidente del Consiglio e ai suoi amici», Di Pietro ha annuncia contro di esso un referendum abrogativo; e, parlando della possibilità di riduzione dei tempi dei processi, rileva: «Vorrei un presidente del Consiglio che non commetta reati, non un premier che non si fa processare». Per questo rilancia la manifestazione del 5 dicembre, che va anche «contro la deriva delle privatizzazioni».


19 novembre 2009

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Pensiero mio: un referendum, ma quale referendum, non raggiungiamo il quorum da non ricordo più quando, butteremo altri soldi e ci sta bene, perché siamo un popolo di merda, non ci accorgiamo neanche quando ci toccano un bene tanto prezioso. O ce ne accorgiamo e siamo talmente pigri e/o menefreghisti che non facciamo nulla. In Italia, lo ripeto, ci muoviamo solo se ci toccano il calcio oppure la mamma, la sorella, il fratello direttamente... Non vediamo più in là del nostro naso, non capiamo che tutto questo CI TOCCA DA VICINO, da vicinissimo...

Notte.

Vanessa

mercoledì 18 novembre 2009

DL RONCHI - sempre sulla privatizzazione dell'acqua


IL DL RONCHI
Acqua, il Governo incassa la fiducia
Montecitorio ha approvato con 320 sì e 270 no la fiducia.
Le misure salienti del provvedimento

ROMA - Il governo Berlusconi incassa la fiducia sul decreto Ronchi che contiene, tra l'altro, norme sulla «privatizzazione» dell'acqua. Montecitorio ha approvato con 320 sì e 270 no la fiducia. Il voto finale è fissato per giovedì. Il sì al decreto ha alimentato ancor di più le polemiche intorno alla liberalizzazione dell'acqua. Secondo le associazioni dei consumatori la misura peserà sulle tasche dei cittadini con aumenti che saranno a due cifre, compresi tra il 30% e il 40%. «Si profila una vera e propria stangata», dice il Codacons, «se consideriamo in 3 anni il tempo necessario perché il nuovo sistema vada a regime, alla fine di questo processo il rischio concreto è quello di un aumento medio del 30% delle tariffe dell'acqua». Così, aggiunge, «se nel 2009 una famiglia media italiana spenderà 268 euro, considerando un consumo medio annuo di 200 metri cubi d'acqua, tra 3 anni quella stessa famiglia spenderà in media 348 euro all'anno, con un incremento di 80 euro, pari al +30%». Dura la reazione della Cgil: «Privatizzare acqua e ciclo dei rifiuti è un favore alla criminalità organizzata»: lo afferma il segretario generale Fp-Cgil, Carlo Podda.

LE ALTRE MISURE - A parte la «privatizzazione» dell'acqua, sono variegate le norme contenute nel decreto «omnibus» a firma del ministro Andrea Ronchi e che serve a sanare una serie di infrazioni contestate dall'Ue al nostro Paese. Ecco in pillole alcune delle misure salienti del provvedimento.

RIFORMA SERVIZI PUBBLICI LOCALI - Arriva la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Le gare ad evidenza pubblica diventano la regola per l'affidamento dei servizi (ad eccezione della distribuzione dell'energia elettrica, del trasporto ferroviario regionale e delle farmacie comunali e compresa l'acqua che, però, rimane bene pubblico) da parte delle amministrazioni. Le gestioni frutto di un affidamento in house cessano alla data del 31 dicembre 2010. Le società partecipate possono mantenere contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza nel caso in cui le amministrazioni cedano loro almeno il 40% del capitale. Diverso il discorso per quanto riguarda le società quotate che hanno tre anni in più per adeguarsi a patto che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che scende al 30% al 2015.

SLITTA PRIMO DL FEDERALISMO FISCALE - Slitta al 30 giugno 2010 la data entro la quale il governo deve varare il primo decreto attuativo del federalismo fiscale. Sempre in tema di federalismo fiscale viene stabilito che entro 30 giorni dall'entrata in vigore di questo provvedimento, gli enti trasmettano alla commissione paritetica per l'attuazione del federalismo i dati sul patto di stabilità.

NORME ANTI-MAFIA PER EXPO 2015 - Il prefetto di Milano gestirà il coordinamento e l'unità di indirizzo di tutte le attività di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'affidamento degli appalti per la realizzazione delle opere per l'Expo 2015.

FONDI PER INFRASTRUTTURE GUARDIA FINANZA - Serviranno per programmi pluriennali di ammodernamento infrastrutturale.

SOCIETÀ MISTE PER AUTOSTRADE LOCALI - Le società miste Anas-Regione create per la realizzazione di autostrade dovranno limitarsi a infrastrutture di solo interesse regionale e interamente ricadenti nel territorio della regione.


SANATORIA FARMACIE - Viene «sanato» il cumulo di attività di distribuzione all'ingrosso di medicinali e gestione di farmacie comunali in capo a società che, appunto, distribuiscono medicinali all'ingrosso.

SÌ A LAMPADINE ED ELETTRODOMESTICI «VERDI» - A decorrere rispettivamente dal primo gennaio 2010 e dal primo gennaio 2011 elettrodomestici e lampadine potranno essere messi in commercio solo se rispettano i requisiti minimi di eco-compatibilità previsti dall'Ue.

TIRRENIA - In attesa completamento processo privatizzazione le attuali società del gruppo saranno operative fino al settembre 2010.

RECUPERO FONDI DA IMPRESE PARTECIPATE SERVIZI PUBBLICI - Entro quindici giorni dalla notifica da parte dell'Agenzia delle entrate, le aziende di servizi a prevalente capitale pubblico che hanno usufruito dell'esenzione dall'imposta sul reddito e che, in base alle nuove direttive europee non possono più usufruire di queste agevolazioni, dovranno pagare le somme dovute. Tra queste società figurano alcune società di servizi, tra cui la A2A.

MADE IN ITALY - Le etichette potranno avere l'indicazione «100% Italia» o «tutto italiano» o simili per indicare prodotti non solo creati ma anche assemblati nel nostro Paese. Per l'uso indebito di questo tipo di indicazioni o di segni o figure «ingannevoli» su questo è prevista una sanzione penale.

fonte:


IL CARROCCIO VOTERÀ LA FIDUCIA CHIESTA DAL GOVERNO
Bossi frena la rivolta leghista sull'acqua
«Non si può morire per una legge»
Il ministro per le Riforme: «Modifiche al decreto Ronchi?
Vedremo. Ma non possiamo far saltare il governo»

ROMA - «Non si può far saltare il governo. Non si muore per una legge, si muore se salta il governo». Così il ministro e leader della Lega, Umberto Bossi, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla contrarietà del Carroccio alla norma che liberalizza i servizi pubblici locali inserita nel decreto Ronchi. I giornalisti hanno chiesto informazioni a Bossi sull'ordine del giorno preannunciato dai deputati della Lega e riguardante l'acqua. Alla domanda se il Carroccio chiederà una modifica del decreto Ronchi già in finanziaria, Bossi ha risposto: «vedremo...». In ogni caso la Lega voterà la fiducia pur avendo espresso riserve. E a proposito delle tensioni nella maggioranza, il Senatùr non ha dubbi: «Berlusconi e Fini si siederanno uno di fronte all'altro e troveranno le soluzioni. Il governo non rischia e noi non rischiamo».

IL PD - Alla Lega sono però indirizzate le critiche del Pd. «È indecente il doppio gioco della Lega sull'acqua: con Calderoli firma il decreto che obbliga alla privatizzazione dei servizi idrici - dice il senatore Roberto Della Seta - e in Parlamento però fa finta di non essere d'accordo, con l'aggravante della fiducia sul decreto». «Etica pubblica - prosegue - vuol dire anche non prendere in giro i cittadini. E oggi i cittadini devono sapere che la Lega è uno dei principali artefici di una norma che consegnerà il business dell'acqua a quattro o cinque multinazionali, impedendo ogni efficace controllo pubblico sui criteri d'uso, sul prezzo, sulla tutela di un bene comune come le risorse idriche».

fonte:

TAIZE - FAO, Gheddafi e il Vaticano


LASCIO DI NUOVO SPAZIO AD ALESSANDRO:

Ieri durante la preghiera di Taizè, alla quale partecipo da anni presso la mia parrocchia, ho ritenuto di dire queste cose. Perchè dirle fuori non serve a molto, sono i cattolici che devono un po' svegliarsi.

"Uno dei comandamenti del cattolicesimo è dare da mangiare agli affamati. In quesi giorni c'è stato il vertice FAO a Roma, presieduto dall'Italia. E' stato un fallimento. I giornali il giorno dopo titolavano "il vertice di sole parole", perchè nulla è stato elargito per le popolazioni che soffrono la fame.

E' stato anche il vertice delle contraddizioni.

Il titolo dei giornali era "15000 bambini al giorno muoiono per cause legate alla malnutrizione" (http://www.presstv.ir/detail.aspx?id=111301&sectionid=3510212) e allo stesso tempo il "nostro" Premier dilettava la platea con la solita barzelletta su Marx che si scusa con i lavoratori.
E poi c'era Gheddafi.

E poi il Papa, che ha detto una cosa sacrosanta: è possibile sfamare tutti distribuendo le risorse che abbiamo. Ma, al Papa, faccio una critica seria. Che non è la solita storia del dare l'esempio vendendo i beni materiali del Vaticano (comunque un pò più di sobrietà la dovrebbe avere), ma prima della critica una considerazione che è propedeutica alla critica.

Fame nel mondo non è soltanto Africa, ma l'Africa ne è il simbolo per l'immaginario collettivo. L'Africa è un continente costellato da guerre civili, alimentate dall'industria delle armi. Industria che non è di certo africana.

L'Africa è un paese potenzialmente ricco, perchè, tra i vari beni di cui dispone, ha un potenziale idroelettrico che basterebbe all'intero continente e parte d'Europa. Se solo si riuscisse a far pace tra all'interno di ciascuno stato l'Africa potrebbe sviluppare un sistema elettrico di tutto rispetto, a impatto basso e avviare il processo di sviluppo che attende da anni.

Qualche mese fa l'Espresso pubblicò un'inchiesta sul fatto che le armi che alimentano le guerre africane passano per la Libia. Riecco Gheddafi. Dal Papa mi aspetto, oltre quello che ha detto, una bella denuncia sul fatto che questa nazione, con l'aiuto di paesi occidentali, finanzia quelle guerre. Ma poi ho pensato che al tempo dello scandalo del Banco Ambrosiano (primi anni '80), si scoprì che lo IOR, la banca del Vaticano, riciclava denaro proveniente dalla vendita di armi.

Allora mi vengono in mente le parole di Padre Amorth, l'esorcista, quando afferma che Satana è entrato da tempo in Vaticano.

La contraddizione più evidente è però che 24 anni fa, nel 1985, una rock star (Bob Geldof) mise in piedi un circo di musicisti e cantanti con lo scopo di alleviare la fame dei paesi africani. Si diede vita a USA for Africa in USA "We are the world" (http://www.youtube.com/watch?v=WmxT21uFRwM) e al Band Aid in Gran Bretagna (anche l'Italia partecipò) "Do they know it's Christmas time". Ricordo che ero alle medie e i professori attraverso questa canzone cercarono di insegnarci cosa significa alleviare le sofferenze di chi muore di fame [se sono troppo smielato è perchè sto ascoltando "We are the world" in cuffia e ho sempre i brividi come allora, specie il duetto Stevie Wonder/Bruce Springsteen o Ray Charles o Bob Dylan... senti che leggende. L'americani a farti venire i brividi sono imbattibili :) E vogliamo parlare del tizio che assomiglia ad Alvaro Vitali al minuto 2.26, un mito... anche se credo che neanche lui sapesse chi fosse :)]

Il tutto culminò col Live Aid, il più grande evento musicale della storia. Vennero raccolti moltissimi soldi per i paesi Africani (purtroppo non molto arrivò alle popolazioni a causa della corruzione dei governanti di quei paesi). La contraddizione è che hanno dato più i Duran Duran (per citare una band) 24 anni fa che i nostri governanti oggi.

E tutto questo è assurdo.

PS: purtroppo con quei capelli i cantanti di più non potevano fare :)"

Alessandro

NO BERLUSCONI DAY





CORRUZIONE



Sulla corruzione nel 2007 Mister B. diceva:

- "Nessuna corruzione ho fatto solo la corte ai parlamentari"
- "La corte nei confronti dei senatori è stata fatta in maniera solare e lineare"
- "Io ho segnalato probabilmente più uomini che donne e di quei nomi che ho visto sui giornali non mi pare che qualcuno abbia ottenuto qualcosa" (questione Saccà)

Fonte:

Sempre su Repubblica.it ho fatto una ricerca con le parole "corruzione" e "berlusconi" e questo è il risultato:





PRIVATIZZAZIONE ACQUA



Poi toccherà all'aria? Un giorno ho visto un film italiano a episodi, non riesco a ricordarne il nome, dove delle persone facevano la fila in posta per pagare la bolletta dell'aria. A un certo punto entra un uomo trafelato e ansimante, era il giorno della scadenza della sua bolletta dell'aria, gli mancava il respiro, si è messo in fila, ma non ha fatto in tempo a pagarla ed è morto soffocato lì in fila alla posta, in mezzo all'indifferenza della gente. Mi sembrò terribile ma lontanissimo dalla realtà. Lo è ancora così tanto?

Vi riporto una mail di Alessandro a proposito della privatizzazione dell'acqua, che mi chiede di specificare che è una battaglia bipartisan in quanto anche "La Destra" di Storace la sta portando avanti.

Vanessa


"Avevo inviato già qualche mail al riguardo. Ora ci siamo. Lo scandalo sta andando avanti.

Stavolta tutti i valori in cui credo mi fanno propendere per una posizione radicale: LA VIOLENZA QUESTA VOLTA E' NECESSARIA. Intendo dire che sonori schiaffoni, e solo quelli per carità, a chi propone questa cosa, sarebbero auspicabili. L'acqua è un bene primario e non può essere soggetta a logiche di mercato. E la cosa più sconvolgente è che molte persone non si scandalizzano. Accettare passivamente, tutto. Informatevi su cosa ha fatto Acqualatina nella zona di Latina.

Il tutto anche per continuare il business dell'acqua minerale che Dio solo sa quanto è dannosa, specie quella in contenitori PET (bottiglie di plastica). Ad Amsterdam, ed in Olanda, solo acqua potabile dal rubinetto ai pub e ristoranti (e gratis ovviamente). Ti guardano strano se ordini una bottiglia d'acqua (che costa l'ira di Dio).

Se poi abbiamo la bolletta troppo bassa rispetto al resto d'Europa (anche gli stipendi se è per questo) la sia alzi un po', si faccia educazione contro gli sprechi, incentivi per mettere gli sciacquoni con doppio scarico, impianti di recupero e così via, ma non la si privatizzi giocando sul discorso che si privatizzano solo i servizi idrici.

Perchè poi di fatto l'acquedotto, con tutti i suoi buchi, rimane di proprietà nostra. Come l'Alitalia: bad e good company. A noi la bad.

Rimarco il fatto che questa cosa l'ha iniziata la sinistra in Toscana e ora il centro destra la sta portando a livello nazionale (con molti dissociati tra le sue fila). Al solito c'è sempre e solo Di Pietro a fare opposizione (Bersani è stato d'accordo col PDL su questa cosa).

Alessandro"


LO HA ANNUNCIATO IL MINISTRO ELIO VITO
Acqua privatizzata, dl blindato in Aula
Scatta la mobilitazione ambientalista
Posta la fiducia alla Camera sul decreto salva-infrazioni.
L'opposizione insorge: «Parlamento umiliato»

MILANO - L'Italia dei Valori prepara la sua battaglia e il WWF parla di «legge pasticcio da stralciare». Intanto il governo ha deciso: alla Camera porrà la questione di fiducia sul decreto Ronchi, il cosiddetto dl «salva infrazioni» per l'attuazione di obblighi comunitari, già approvato dal Senato, che contiene anche la contestata norma sulla riforma dei servizi pubblici compresa la liberalizzazione dell'acqua. Il decreto deve essere convertito in legge entro il 24 novembre, pena la decadenza.

LA NORMA CONTESTATA - Con l'articolo 15 del decreto arriva la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Le gare ad evidenza pubblica diventano la regola per l'affidamento dei servizi (ad eccezione della distribuzione dell'energia elettrica, del trasporto ferroviario regionale e delle farmacie comunali e compresa l'acqua che, però, rimane bene pubblico) da parte delle amministrazioni. Le gestioni frutto di un affidamento «in house» cessano alla data del 31 dicembre 2010. Le società partecipate possono mantenere contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza nel caso in cui le amministrazioni cedano loro almeno il 40% del capitale. Diverso il discorso per quanto riguarda le società quotate che hanno tre anni in più per adeguarsi a patto che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, quota che scende al 30% al 2015. L'opposizione insorge contro la decisione del governo di porre la fiducia (che sarà votatat mercoledì pomeriggio), temendo che l'affidamento ai privati del servizio idrico (pur mantenendo pubblica la proprietà della rete), possa portare ad un incremento delle tariffe.

«FIDUCIA INUTILE» - Le opposizioni parlano di «Parlamentano umiliato». «Si sarebbe arrivati subito ad un voto unanime su questo provvedimento se il governo avesse stralciato dal decreto l'articolo sui servizi pubblici locali che non ha il coraggio di discutere né di spiegare alla gente» ha detto a Montecitorio Marina Sereni del Pd. «Questa fiducia - ha aggiunto - non è certo motivata dall'ostruzionismo dell'opposizione ma dalla mancanza di fiducia del governo rispetto ai propri deputati». Durissimo anche il dipietrista Massimo Donadi: «Siete una maggioranza appecoronata felice di non lavorare per un giorno». E Michele Vietti dell'Udc ha ribadito che l'aspetto "tempo", denunciato dal ministro Vito come alla base della fiducia a Montecitorio sul decreto, è causato dal fatto che il testo sia stato per troppo all'esame del Senato. «Di fronte agli attacchi contro l'ambiente e contro il patrimonio di tutti è necessaria una forte mobilitazione popolare - ha dichiarato il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli -. Come Verdi inizieremo una raccolta di firme per i referendum per dire NO all'acqua privata e Sì a quella come bene comune e per dire No al nucleare e Sì al solare».

LEGA INSODDISFATTA - «Le polemiche sulle risorse idriche non ne scalfiscono la sostanza. Tra l'altro si tratta di polemiche su una privatizzazione che non esiste» tuona Così Raffaele Fitto, ministro per gli Affari regionali. Ma anche la Lega, come l'opposizione, non nasconde la sua insoddisfazione per le norme sull'acqua previste dal decreto Ronchi. Secondo il vicecapogruppo del Carroccio alla Camera, Marco Reguzzoni, «la fiducia impedisce di migliorare ulteriormente il testo. Presenteremo dunque - ha annunciato il leghista - un ordine del giorno e lavoreremo con il governo per renderlo più aderente alle aspettative degli amministratori locali del Nord». «Il testo che è arrivato dal Senato è migliorativo rispetto a quello originario, però la Lega sull'articolo 15 (quello sui servizi pubblici locali, ndr.) avrebbe voluto migliorarlo per farlo corrispondere con la sua posizione storica a favore dell'acqua pubblica» ha aggiunto Reguzzoni.

I DATI DI FEDERUTILITY - Secondo i dai dati forniti da Federutility e contenuti nel Blue Book 2009, sintesi della situazione dei servizi idrici nel Paese, l'Italia ha le tariffe dell'acqua tra le più basse del mondo. Il nodo di un possibile rialzo delle tariffe è fra le questioni sollevate da quanti si dichiarano contrari alle norme sulla privatizzazione dell'acqua contenute nel dl Ronchi, sui cui è stata posta la fiducia. Quest'anno la tariffa media - fa sapere Federutility, che riunisce 550 aziende italiane dell'acqua ed elettricità - è risultata pari a 1,29 euro al metro cubo. Una famiglia di tre componenti, residente a Roma, paga un importo complessivo di 177 euro per un consumo medio annuo di 200 mc di acqua. A Tokyo per la stessa quantità si paga il corrispettivo di circa 280 euro, a San Francisco poco più di 400; 430 euro a Helsinki, 560 a Bruxelles, 740 euro a Parigi, 800 a Zurigo e poco meno di 970 euro a Berlino.

17 novembre 2009
(ultima modifica: 18 novembre 2009)

A NATALE TUTTI PIU' BUONI!!!

fonte: Repubblica.it

BRESCIA, IL COMUNE LEGHISTA DI COCCAGLIO LANCIA L'OPERAZIONE "WHITE CHRISTMAS", I VIGILI CASA PER CASA A CONTROLLARE GLI EXTRACOMUNITARI: CHI NON È IN REGOLA PERDE LA RESIDENZA
Un bianco Natale senza immigrati
Per le feste il comune caccia i clandestini

Obiettivo: "Far piazza pulita" dice il sindaco. E l'assessore alla Sicurezza afferma "Natale non è la festa dell'accoglienza ma della tradizione cristiana"

di SANDRO DE RICCARDIS


BRESCIA - A Coccaglio la caccia ai clandestini si fa in nome del Natale. L'amministrazione di destra - sindaco e tre assessori leghisti, altri tre Pdl - ha inaugurato nel piccolo comune bresciano l'operazione "White Christmas", come il titolo della canzone di Bing Crosby, usato per ripulire la cittadina dagli extracomunitari.

Un nome scelto proprio perché l'operazione scade il 25 dicembre. E perché, spiega l'ideatore dell'operazione, l'assessore leghista alla Sicurezza Claudio Abiendi "per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità". È così che fino al 25 dicembre, a Coccaglio, poco meno di settemila abitanti, mille e 500 stranieri, i vigili vanno casa per casa a suonare il campanello di circa 400 extracomunitari. Quelli che hanno il permesso di soggiorno scaduto da sei mesi e che devono aver avviato le pratiche per il rinnovo. "Se non dimostrano di averlo fatto - dice il sindaco Franco Claretti - la loro residenza viene revocata d'ufficio".

L'idea dell'operazione intitolata al Natale nasce dopo l'approvazione del decreto sicurezza che dà poteri più incisivi al sindaco, che poi chiede ai suoi funzionari di verificare i dati dell'Anagrafe sugli stranieri. Nel paese, in dieci anni, gli extracomunitari sono passati dai 177 del 1998 ai 1562 del 2008, diventando più di un quinto della popolazione. Con marocchini, albanesi e cittadini della ex Jugoslavia tra i più presenti. "Da noi non c'è criminalità - tiene a precisare Claretti - vogliamo soltanto iniziare a fare pulizia".

A Coccaglio fino a giugno e per 36 anni ha governato la sinistra. "È solo propaganda - dice l'ex sindaco Luigi Lotta, centrosinistra - Io ho lasciato un paese unito, senza problemi d'integrazione. L'unico caso di cronaca degli ultimi anni, un accoltellamento tra kosovari, nemmeno residenti da noi, c'è stato sotto la nuova amministrazione".

L'idea di accostare la caccia agli irregolari al Natale, ha provocato le proteste di un pezzo di città. "Io sono credente, ho frequentato il collegio dai Salesiani. Questa gente dov'era domenica scorsa? Io a Brescia dal Papa", replica Abiendi, che si definisce "tra i fondatori della Lega Nord, nel 1992". Poi enumera i risultati dell'operazione "Bianco Natale": "Dal 25 ottobre abbiamo fatto 150 ispezioni. Gli irregolari sono circa il 50% dei controllati". E ora al modello Coccaglio guardano anche i sindaci leghisti dei comuni vicini, due (Castelcovati e Castrezzato) l'hanno già copiato. Lo scorso 24 ottobre, alla prima convention di sindaci leghisti, a Milano, la "White Chistmas" ha avuto l'appoggio convinto dello stato maggiore del partito. "Il ministro Maroni è un uomo pratico - dice ora Claretti - ci ha dato dei consigli per attuare il provvedimento senza incorrere nei soliti ricorsi ai giudici". Sul riferimento al Natale, il sindaco accetta le critiche. "Forse è stato infelice. Ma l'operazione scadrà proprio quel giorno lì".

© Riproduzione riservata
(18 novembre 2009)

martedì 17 novembre 2009

TAGLI ALLA RICERCA SCIENTIFICA PER AIUTARE ALITALIA

I SOLDI PER LA RICERCA “DIROTTATI” PER SALVARE ALITALIA
Aprile 2008: il governo stanzia 300 milioni di euro per evitare il fallimento
della Compagnia di bandiera. In parte arrivano dai progetti scientifici

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2380332&yy=2009&mm=11&dd=15&title=i_cento_passi_di_daniele

Per contribuire e aiutare Daniele:



POSTA: Fondo Daniele Amanti - Istituito presso il Parent project onlus c/c n°94255007

BONIFICO: Banca di Credito Cooperativo di Roma
Iban: IT38V0832703219000000005775
Intestato a: Parent Project Onlus
Causale: Fondo Daniele Amanti

CARTA DI CREDITO:
http://www.parentproject.org/italia/index.php?option=com_content&task=view&id=276&Itemid=36

GIUSTIZIA PER FRANCO

(Mamma mia quanti blog che nascono per chiedere giustizia per qualcuno, che fatica avere giustizia, ottenere attenzione; sembra un nostro dovere sbatterci per averla, invece di un diritto sacrosanto di ognuno)


Vanessa

APPELLO DI ROBERTO SAVIANO



PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

Roberto Saviano


Firmate l'appello
http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117

lunedì 16 novembre 2009

TORNIAMO A PARLARE DI SUPERMERCATI E BUSTE DI PLASTICA


Come ben sapete, da qualche tempo me ne vado in giro con le mie sporte della spesa riutilizzabili, così non mi ritrovo casa piena di buste di plastica e non alimento la morte di uccelli, rettili e mammiferi marini.

Non immaginate (o forse ci riuscite benissimo) la varietà di reazioni e frasi dei commessi di supermarket e di altri negozi in genere, ve ne scrivo qualcuna. La lista in seguito andrà crescendo, perché ho deciso di fare più attenzione e raccogliere e descrivervi le varie situazioni.


SCENETTA (supermercato):
- Non prendo le buste grazie, ho la mia.
- Eh signora, me lo doveva dire prima, ormai le ho battute.

PENSIERO MIO:
Io te lo dovevo dire prima? E dove sta scritto? Ma non sarà che me lo dovevi chiedere tu se volevo (pagare) una busta? Inoltre immagino che sia una gran balla il fatto che "ormai le hai messe". E se per sbaglio mi passavi cento pacchi di Camille invece di una? Ormai le dovevo pagare? Mi ricordo d'aver studiato lo STORNO alle superiori, se lo so io, figuriamoci te che sei del mestiere!


SCENETTA (supermercato):
- Non prendo le buste grazie, ho la mia.
- Come vuole, vorrà dire che le dovrò stornare.

DESCRIZIONE UMORE DEL COMMESSO:
Premetto che inizio sempre a riempire la mia sporta davanti al naso del commesso, non so se sono distratti, abituati o solamente stanchi (io lo capisco che lavorano a contatto con ogni genere di persona), comunque quando sono costretti a stornare 'ste due buste che matematicamente mi affibbiano sullo scontrino (5 centesimi l'una) sembra che stiano compiendo una delle fatiche di Ercole e, letteralmente tirandoti addosso lo scontrino, alla fine non rispondono neanche al tuo saluto. Ma quanto ci rimango male!


SCENETTA (libreria):
- Niente busta grazie, metto il libro in borsa.
- Oh, finalmente qualcuno con del sale in zucca, di solito me ne chiedono addirittura in più da portarsi via! (In libreria le buste non si pagano)

;)

A breve con altre scene da raccontare.

Vanessa