giovedì 30 settembre 2010

SPQR



Questa l'avevo scritta ieri su quell'imbecille di Bossi e le sue affermazioni sull'SPQR.

Premesso che lui ha alzato il polverone (e sai che intelligenza ci voleva) per due motivi: distogliere l'attenzione dalle faccende serie, tipo il Paese che sta crollando, come gli ha accusato lo stesso Montezemolo (e la Marcegaglia); per aizzare il suo "popolo" di elettori che votano di pancia, al grido "dagli all'immigrato" "Roma ladrona" perchè di fatto la Lega non ha fatto nulla per il popolo del Nord. Tanto che la legge sull'immigrazione si chiama Bossi-Fini e mi sembra (8 sugli ultimi 10 anni sono stati governati dal centro destra) e non mi sembra che gli immigrati siano diminuiti.

Ciò non si confonda col parlare male del Nord, nè tantomeno che i problemi del Nord non siano esistenti (il Nord produce davvero e molto della sua produzione va nel pozzo delle regioni meno ricche, anche del nord, specie del sud, ma non è colpa del sud ma di chi ci mangia su questo, come le stesse aziende del nord, basti pensare ad Impregilo, o alle azienda del Nord che in teoria dovevano smaltire i rifiuti a Napoli e invece ci hanno mangiato). Anche qui, non è un problema destra sinistra, né Nord-Sud, è sempre un problema di legalità contro illegalità, è un problema italiano.

Infine nota di demerito per Alemanno. Il piccolino non ha trovato di meglio da fare che scrivere a Berlusconi (insomma chiamare mammà) dopo essersi sentito dire l'altro giorno che i poteri speciali per Roma sono stati dati perchè Alemanno piangeva. Veltroni era di un'altra pasta.

Intanto ci sono manifestazioni sia sotto il Campidoglio sia sotto Montecitorio.

ps. Ho la fortuna di lavorare sia con gente del Nord che del Sud. Tutte persone, nella cultura, caratteristiche, umanità, davvero splendide. Ma come fai a dividere questo Paese?

Ale


Umberto Bossi contro ‘Roma Ladrona’
“Spqr significa ‘sono porci questi romani’

A scatenare l'ira del Senatùr la possibilità che la Capitale ospiti una gara del campionato di Formula 1: "Monza non si tocca, a Roma possono correre con le bighe"

Umberto Bossi torna a scagliarsi contro ‘Roma ladrona’. “Basta con la sigla Spqr. Qui, al nord, dicono che sta per ‘Sono porci questi romani’”. Ieri sera, durante la selezione per Miss Padania a Lazzate, nel milanese, il Senatur ha rispolverato il suo vecchio repertorio. A scatenare l’ira del leader del Carroccio l’ipotesi della capitale, futura tappa del campionato di Formula 1: “Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe”.

Dura la replica del sindaco della Capitale, Gianni Alemanno. “Questa volta Bossi ha veramente superato il segno. Non solo ha insultato la Roma di oggi, ma anche quella del passato, rispolverando una vecchia battuta da fumetto”. Poi Alemanno fa sapere che scriverà oggi stesso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi “per chiedere che intervenga presso i ministri del suo Governo affinché tengano un atteggiamento istituzionale e politico più consono alla loro carica e più rispettoso del ruolo di Roma Capitale e della dignità dei romani”. Di “battuta volgare che male si addice a un ministro della Repubblica” ha parlato anche la presidente Renata Polverini. “I cittadini di Roma e del Lazio meritano rispetto”, ha detto, “mi auguro che dal governo ci sia una presa di distanza da parole offensive che vanno oltre il solito folklore”. Rassegnato il commento di Farefuturo, la fondazione di Gianfranco Fini. “Inutile stupirsi, inutile gridare allo scandalo, inutile stracciarsi le vesti una volta di più. La Lega e’ questa. E’ questa la linea culturale del partito cui l’ex Popolo della libertà sembra aver ‘appaltato’ la maggioranza”, si sottolinea in un articolo sul sito. “Le battute a cui si abbandona il leader della Lega Nord durante i suoi comizi sono spesso fastidiose, ma fortunatamente non costituiscono una linea politica”, ha tenuto a sottolineate il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Ha minimizzato la vicenda Daniele Capezzone che ha parlato di “strumentalizzazioni per una battuta poco felice”.

Anche le forze dell’opposizione, dal Pd all’Idv, reagiscono dopo le affermazioni del leader del Carroccio. Per Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, “il leader della Lega piuttosto che fare il comico dovrebbe svolgere il suo compito di ministro, soprattutto in un periodo difficile e delicato come quello che il nostro Paese sta vivendo ormai da mesi”. Dello stesso parere Walter Veltroni: “Bossi rispetti Roma e i Romani, ha insultato milioni di persone”. Diverso il tono della risposta di Leoluca Orlando: “I romani non sono porci è la Lega che fa i porci comodi a Roma” visto che “i leghisti hanno votato tutte le vergognose leggi ad personam di Berlusconi”.

IMPARIAMO L'ITALIANO



Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Di (alcune) sclerosi si guarisce?


Cari, avete visto Le Iene l'altra sera? Questo è il video.


Andate al minuto 28.20 circa si parla di una nuova cura per la Sclerosi Multipla. Poi quando ci sarà il filmato singolo di questo servizio lo rimanderò.

In realtà, questo professore Zamboni dell'università di Ferrara, ha scoperto la CCSVI (Insufficienza Venosa Cerebro Spinale Cronica) che in pratica potrebbe essere il viatico alla Sclerosi.

Infatti questa CCSVI è la malformazione genetica di alcune vene che trasportano il sangue dal cervello al cuore. Questo può far si che il sangue ristagni nel cervello e ciò può portare a malattie degenerative come la Sclerosi. Poi c'è l'intervista a due pazienti guartiti completamente (tanto che vanno in palestra e ballano).

Il problema è che la sperimentazione sarebbe dovuta partire a Giugno ed è rimandata costantemente, mentre i pazienti in lista di attesa si aggravano.
E' chiaro che può non essere la cura per tutti i malati di Sclerosi, ma solo di quelli che hanno il problema delle vene.

Spero sia utile. Diffondetela. E' davvero importante.

Ale

venerdì 2 luglio 2010

BLOCCO PARTO GRASSI


RADICI:


IL CALCIO SEMPRE PRIMA DI TUTTO:



BLOCCO PARTO GRASSI: MA USIAMOLE UN PO' DI LETTERE STRANIERE (a caso), SIAMO NEL 21° SECOLO:



domenica 27 giugno 2010

USTICA


1980 - 2010



QUOTIDIANI SU MOZZARELLE BLU E ABUSI IN SPIAGGIA



Certo che i soldi so' sempre soldi, eh? La Repubblica nella stessa pagina dove parla delle famose mozzarelle blu del Todis, vende proprio al Todis lo spazio pubblicitario.

fonte:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/06/22/news/mozzarelle_blu_sequestri_anche_nel_lazio_una_denuncia_ad_ostia-5061688/

Non vi credete, dopo de "La Repubblica" tocca pure a "Il Messaggero". Ieri facendo colazione in un bar scorgo il quotidiano aperto su un tavolino, alla pagina delle notizie dal litorale. Leggo il titolo di un articolo e penso: NON CI CREDO, finalmente qualcosa di concreto per gli abusi degli stabilimenti balneari. TITOLO: "VIGILI-BAGNANTI A CACCIA DI ABUSI". Invece poi leggo il sottotitolo, tristezza infinita: "SULLE SPIAGGE DI OSTIA AGENTI TRAVESTITI DA TURISTI CONTRO RACCHETTONI, PALLONI E ANIMALI SULL'ARENILE"! No dico, e secondo voi gli abusi sulle spiagge sono i racchettoni, i palloni e gli animali sull'arenile? Ma andate a farvi un bagno tutti, idioti!

venerdì 25 giugno 2010

MAMMA ROMA, ADDIO!

Lo stronzo della Uno bianca.


Ero col mio pancione enorme e con la mia andatura lenta (sembro sempre di più il Commissario Winchester quando insegue la papera) che attraversavo la strada completamente sgombra di macchine sulle strisce pedonali davanti a un asilo nido della sempre ormai più mestamente famosa Ostia Lido.

Mentre sono quasi a metà strisce uno stronzo abbronzato con gli occhiali da sole al telefonino con sigaretta e braccio di fuori momenti mi arrota. Faccio uno scatto di reni per evitare il suo specchietto e mi scappa: "HEY!".

Non mi fosse mai scappato, il tizio inchioda, con le ruote posteriori ancora sulle strisce, a 10 centimetri dalle mie chiappone e fa al tizio con cui era al telefono: "'spe' 'spe' 'spe' 'n po', famme sentì questa che vole?". E abbassa il telefonino. E io: "Come che voglio? Ma non vedi che pancia che ho, avresti dovuto almeno rallentare, io non ce la faccio più ad accelerare l'andatura con questa stazza". E lui: "ma chi t'ha chiesto d'accelerà? Anvedi questa".

Mi sono girata verso mia mamma che aveva una faccia un po' preoccupata e ho deciso di sorvolare. Il tizio è ripartito con la sua fantastica Uno bianca, ritirando su il cellulare: "Dicevamo?" (come per intendere: problema con rompicoglioni incinta risolto).

Ma che rabbia che mi è rimasta! I moccoli che ho tirato! Sulle strisce! Davanti a un asilo! Con una donna incintissima che attraversa! Vergogna! Ignorante, maleducato! Specchio di questa società egoista, ma ancor più specchio di questa Roma ormai alla deriva.

Per voi, Remo Remotti, "Mamma Roma, addio!"


In effetti, la risento e mi dico: ma di cosa si lamentava!
Magari a riavercela indietro la Roma che cantava Remotti!
Beh, magari non tutta!

Vanessa


giovedì 24 giugno 2010

INPS - Inferno Non Più Sostenibile


24 giugno 2010

Oggi è giovedì, la INPS di Ostia è aperta dalle 15 alle 17. Gioca l'Italia. Mia mamma con delega in mano, fiduciosa di trovare poca gente, va al mio posto perché, all'ottavo mese e a quest'ora d'estate, non riesco più a muovermi, per la pancia e per il caldo. Appena gira l'angolo di via delle Baleniere si accorge che ci sono già un centinaio di persone in fila. "Il giovedì a quest'ora è pieno, signora, perchè la mattina la gente lavora e oggi è l'unico giorno che l'INPS apre anche il pomeriggio."

La INPS apre, neanche puntuale, la gente è il doppio del solito; per le gestanti è aperto un solo sportello, le pancione come me boccheggiano, non c'è aria condizionata. Gli impiegati latitano. Non si trova un dirigente o un capoufficio; mia mamma vuole lamentarsi del fatto che con questo caldo e con questa fila non ci sono né aria condizionata né sportelli aperti a sufficienza.

Manca il personale allo sportello, mancano dirigenti e capouffici.
C'è solo un usciere che non può esser di tanto aiuto. Gioca l'Italia.

La INPS (che a questo punto è l'acronimo di Inferno Non Più Sostenibile): un altro fiore all'occhiello di questa Italia che tifa ai mondiali. Peccato che l'intuizione di mamma di trovare poca gente perchè l'Italia si sta giocando le sue ultime carte in Sud Africa alla fine risulti inerente solo agli impiegati e non agli utenti.

Sono ancora qui che aspetto sue notizie.

Vanessa


AGGIORNAMENTO: mia mamma è stata in fila allo sportello INPS senza aria condizionata per 2 ore e 40 minuti. L'usciere all'entrata stava fumando. Nessuno se l'è filata. L'impiegata allo sportello ha affermato che stava sostituendo le colleghe assenti e quello non era il suo lavoro, quindi non capiva bene cosa dovesse fare. Il PC davanti a lei era SPENTO. La correzione che occorreva a me non è stata fatta né su loro PC né sulla loro copia cartacea, bensì sulla fotocopia di mia proprietà che tenevo per sicurezza, che poi alla fine l'impiegata ha rifotocopiato per se stessa. Ditemi voi se questo è il modo di (1) lavorare (2) trattare le persone.

Quel che penso da un po' di tempo è che fra tutti i raccomandati e gli infiltrati, negli uffici, nella politica, ecc. nessuno è più veramente skillato per il lavoro che deve fare. Nessuno sa fare più il suo mestiere.

Un minimo di serietà, cazzo.

Vanessa & Marisa


L'AQUILA DA CONOSCERE



"Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno. Causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere. Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio. E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio. Le racconto del centro militarizzato.

Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l'ICI e i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa ,che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo. Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un'appartamento in via Giulia, a Roma. La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio. O un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra. Lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo. Le racconto di una città che muore."


Cercando fonti di questo scritto in internet (non che ne servano, chi importa chi l'ha scritto se quel che c'è scritto è palesemente vero), trovo note di critica, trovo gente che chiama i terremotati de L'Aquila piagnoni. Che i friulani non piansero altrettanto, ma orgogliosi si rimboccarono le maniche. Che chi aspetta ristrutturazioni dallo Stato deve aspettarsi burocrazia e sugli approfittatori, beh, ognuno ha quel che si merita. Quel che si merita?

Bella l'empatia, bella la compassione. Ma meglio il non volersi immedesimare nei panni dell'altro. Si campa davvero meglio. Qui il link, con il testo de l'aquilana tranciato, ma in compenso con molti assensi al seguito:


Forse sotto il terremoto del Friuli il Governo e i politicanti tutti non stavano a farsi solo gli affari propri, sperperando soldi pubblici, pagando mignotte, costruendo ville, raccomandando amici; forse per questo agli aquilani brucia un poco di più il peperone. O sbaglio?

Vanessa

lunedì 14 giugno 2010

DOWN BY LAW



Molti avranno sentito la notiza al TG e spero si sollevi qualcosa di più del polverone. In pratica sabato scorso una bimba down e la sua accompagnatrice sono state allontanate dallo stabilimento Plinius (si legge negli articoli successivi) perchè non avevano pagato l'ingresso e perchè non potendo mettersi da altre parti si sono sedute a riva. Vi incollo anche l'articolo edulcorato e più "volemose bene" del Corriere.

E' intervenuto il bagnino dicendo che l'ordinanza prevede che sulla battigia si può solo transitare. Ora, questo è verissimo, ma a parte che non ci devono essere neanche i pedalò e i pattini, nè la domenica col pienone i lettini o gli asciugamani, bisogna anche spiegare perchè cavolo di motivo non si possa entrare e fermarsi in una spiaggia che è demanio pubblico. Inoltre se sto sulla battigia non posso fermarmi due secondi? Se c'è un'emergenza mi sposto cavolo, per di più con la spiaggia semivuota. E' pretestuosa, i proprietari gli avranno detto di cacciare via quelle persone, così come a noi dicevano di mettere i lettini attorno a quelli con l'asciugamano, che avevano regolarmente pagato, per farli mettere ai lati. Cosa che noi non facevamo perchè era loro diritto stare lì.

Purtroppo quando hai una banconota al posto del cuore...ma mi spiace se sono duro, per me parte della colpa ce l'ha pure chi li frequenta assiduamente certi stabilimenti, perchè va ad alimentare una situazione sbagliata in partenza. Troppo comodo indignarsi e basta quando c'è il fatto eclatante.

Sandro

Gli articoli:

martedì 1 giugno 2010

BLOCCO PARTO GRASSI - SALA D'ATTESA

Per chi non poteva credere a quel che dicevo qui:
oggi ho documentato con foto mie la sala d'attesa del blocco parto del Grassi.

Stamattina ho fatto il mio primo monitoraggio, e devo dire che quel che si dice del personale di questo reparto è vero: le ostetriche sono molto dolci e pazienti, le dottoresse molto disponibili, e tutti ti sorridono; è quasi un piacere entrarci, quasi dimentico tutte le fastidiose complicazioni di questa gravidanza. Però... come dicevo tempo fa c'è un però, un grosso, orribile però.

Per entrare in questo paradiso, devi passare per l'anticamere dell'inferno. E a nulla è valso il cartello attaccato alla porta del blocco parto dove si intimano multe a chi verrà preso in castagna a scrivere sui muri. Io proporrei una bella telecamera, non so come la legge sulla privacy regoli tali situazioni, ma penso che non possa non esserci un metodo legale per punire chi compie questo:




Benvenuti pupetti. Benvenuti al mondo. Benvenuti in Italia.

Vanessa


sabato 29 maggio 2010

RIDATECI IL VUOTO A RENDERE



In Svezia puoi portare le bottiglie nei supermercati, dove all'entrata ci sono delle macchine raccoglitrici. Le bottiglie devono avere l'etichetta, le infili dentro, vengono riconosciuti automaticamente tipo e valore, e ti escono le monetine da sotto. Altrimenti se non hai voglia, le butti qui, nei cassoni di riciclo, che distinguono addirittura il vetro chiaro da quello colorato!


In Italia c'era, eh, me lo ricordo anche io; mandavano noi bambini nei bar o negli alimentari con il portabottiglie da sei in plastica a farci dare le 20 lire! Che poi riutilizzavamo negli ascensori!

Accorrete numerosi. A breve anche la petizione, vi terrò aggiornati.

Vanessa

martedì 25 maggio 2010

PETIZIONE EUROPEA CONTRO IL SOVRAIMBALLAGGIO



Un piccolo gesto per una grande conquista ecologica ed economica.
Firmate in tanti, firmate tutti!


Non vi siete accorti, soprattutto comprando prodotti in farmacia/profumeria, che per 50 ml scarsi di crema ci sono un vasetto di vetro/plastica pesantissimo e gigante e una scatola con altri imballaggi di cartone per non far muovere il vasetto e altri cento foglietti, ecc. ecc.?

Io dopo la spesa, anche al supermercato, puntualmente devo scendere a buttare carta e plastica, e se ne produco tanta io che sto così attenta, mi immagino nel mondo che enormità di spreco possa esistere!

Per non parlare delle bottiglie di plastica dei detersivi, ENORMI! Mi fermo qui, che ho già scritto tanto e volentieri sull'argomento!

Firmate,

Vanessa

giovedì 1 aprile 2010

PLASTIC ISLAND



DOPO QUELLA NELL'OCEANO PACIFICO, SE NE È FORMATA UNA NEL MAR DEI SARGASSI

Nuova isola nell'Atlantico
Galleggia ed è fatta di rifiuti

Plastica, carta e metalli dalle navi e dalla terraferma


Anche l'Atlantico — come l'oceano Pacifico — ha la sua discarica flottante, in cui la plastica regna sovrana. Lo ha annunciato Kara Lavender Law, oceanografa di Sea Education Association, nel corso del recente «Ocean Science Meeting» organizzato dall'American Geophysical Union. «L'isola dei rifiuti si trova in un'area che corrisponde all'incirca al Mar dei Sargassi— ha raccontato la Lavender —, dove sono presenti correnti superficiali con una velocità di meno di due centimetri al secondo. Qui, tra il 1986 e il 2008, abbiamo raccolto circa 64.000 pezzi di plastica, che misurano mediamente meno di un centimetro e pesano meno di 0,15 grammi, nel corso di oltre 6.000 “pescate” con particolari reti a strascico a maglie fini».

Non sono ancora chiare le dimensioni di questa nuova discarica oceanica che, seconda la ricercatrice americana, può essere paragonata come fenomeno e come concentrazione di frammenti di plastica (mediamente circa 20.000 per chilometro quadrato, con punte di 200.000) a quella più famosa e studiata presente nel Pacifico. La Grande Chiazza di Rifiuti del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch), la cui dimensione viene stimata da 700.000 kmq a 15.000.000 chilometri quadrati da circa lo 0,41% all'8,1% dell'area dell'oceano Pacifico), si è formata negli anni Cinquanta ed è continuamente alimentata dagli scarti che provengono per il 20% da navi e dalle piattaforme petrolifere e per l'80% direttamente dalla terraferma. Ad «assemblarla», il North Pacific Gyre (Vortice del Nord Pacifico), un sistema formato da quattro correnti oceaniche. Le due gigantesche discariche, quella atlantica e quella pacifica, sono formate principalmente da monofilamenti di plastiche e da fibre di polimeri che si inabissano dalla superficie sino a circa 10 metri di profondità. In realtà le discariche oceaniche potrebbero essere molte di più. «Le simulazioni al computer — ha sottolineato Nikolai Maximenko dell'Università delle Hawaii nel corso dell'Ocean Science Meeting — segnalano a rischio due aree vicino al Sud America, una in prossimità del Cile e l'altra tra Argentina e Sud Africa.

Purtroppo non si hanno molte notizie: sia gli scienziati che i pescatori non frequentano abitualmente queste zone, in quanto poco produttive». La scia di spazzatura è traslucida e non è quindi possibile localizzarla dai satelliti. L'unico modo per studiarla è direttamente da un'imbarcazione. «La plastica — sottolinea Roberto Danovaro, docente del Dipartimento Scienze del Mare dell'Università Politecnica delle Marche — oltre a causare danni diretti per ingestione a delfini, tartarughe e altri grandi animali, frammentandosi viene ingerita da moltissimi organismi marini filtratori». Pericolosi composti, come per esempio i policlorobifenili, possono entrare così nella catena alimentare e da qui raggiungere l'uomo. «Nel Mediterraneo — continua Danovaro — la presenza di plastica è decisamente diminuita in questi anni, così come quella di catrame e di piombo negli organismi marini, grazie alle normative che regolano la materia e alla severità dei controlli ambientali». Attualmente vengono prodotti al mondo, ogni anno, circa 250 milioni di tonnellate di plastica e meno del 5% viene riciclata. L'unico modo per diminuire la dimensione delle discariche oceaniche, segnalano gli esperti, è quello di aumentare il riutilizzo di questo materiale.

Roberto Furlani
01 aprile 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 12 marzo 2010

E' LA MIA ERBA A ESSERE PIU' VERDE, di quella del vicino non me ne fotte niente!



Mi chiedo se davvero servivano le intercettazioni telefoniche per capire che Berlusconi è più vicino ad essere un dittatore che un capo di governo e che Minzolini è un servo di tale governo. Con tutte le incursioni nel TG1, le condanne alle manifestazioni, le censure e le false notizie, il controllo della stampa...

Ma cosa ca§§o serve agli italiani per aprire gli occhi? Quello che veramente penso è che gli italiani onesti hanno tutti gli occhi aperti, purtroppo sono in minoranza. La maggioranza sa benissimo cosa sta succedendo ed è contenta così.

Il loro orticello cresce verde e rigoglioso.

Vanessa

MANCO NELLO ZIMBABWE

Così Berlusconi ordinò: "Chiudete Annozero"


Oggi voglio mettere a disposizione l'edizione de "Il Fatto Quotidiano" online.
Ve lo devo. Pago io per voi! :)

giovedì 11 marzo 2010

IL PAESE DEI FURBI



ASSENTEISMO: AGENTE PROVINCIA SIRACUSA TIMBRAVA PER COLLEGHI

Un agente della polizia provinciale di Siracusa e' stato arrestato dalla Digos con l'accusa di aver firmato la presenza per colleghi assenteisti. Secondo gli investigatori, in una sola mattinata avrebbe firmato la presenza per 18 dipendenti provinciali assenti dal lavoro. L'indagato, Sebastiano Garofalo, 54 anni, deve rispondere del reato di falsita' ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Il gip gli ha concesso gli arresti domiciliari.

E secondo voi quanti ce ne sono in tutta Italia?

PER UN PUGNO DI LIBRI



L'Italia si involve, sempre più reality, sempre meno librerie.

SALVIAMO la trasmissione "Per un pugno di libri" Rai3

Dopo tredici anni di onorata messa in onda, è minacciato di chiusura "Per un pugno di libri", l'unico spazio espressamente dedicato ai libri sulle reti Raiset. Si tratta del programma trasmesso su Rai3 la domenica pomeriggio condotto da Neri Marcorè affiancato dal giornalista e critico letterario Piero Dorfles. A dichiarare la notizia è il neodirettore di Rai3 Di Bella che inizia il suo mandato eliminando proprio i programmi storici della rete.

Forse possiamo ancora evitare l'ennesima violenza alla cultura proteggendo questa piccola oasi di televisione intelligente, interessante, sana e divertente che da oltre un decennio appassiona e avvicina alla lettura migliaia di spettatori di tutte le età!

fonte: http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-la-trasmissione-per-un-pugno-di-libri-rai3/860
firma: http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-la-trasmissione-per-un-pugno-di-libri-rai3/860

sabato 6 marzo 2010

ELEZIONI 2010



MESSAGGIO SALVA VOTANTI
Le elezioni si svolgeranno in tutta Italia domenica 28 e lunedì 29 marzo, ma potete arrivare anche martedì e mercoledì della stessa settimana perché tanto troveremo un decreto interpretativo per i ritardatari, naturalmente questo privilegio è solo per gli elettori del Presidente, perché noi siamo il Partito del fare, nel senso che possiamo fare quel cazzo che ci pare.

fonte: http://www.dariofo.it/node/396

mercoledì 3 marzo 2010

GREENSAVER...

... perché non c'è un Pianeta B.




fonte: http://current.com/items/92219217_la-scienza-del-clima-greensaver.htm

martedì 23 febbraio 2010

L'ANTICAMERA DELL'INFERNO


Vedendo questa foto potreste pensare alla sala "ricreazione" di un carcere di massima sicurezza dove i detenuti scrivono quanto manca alla loro libertà o dove gli ergastolani, rassegnati, scrivono i loro neri pensieri. Nel videogioco della Divina Commedia di Dante potrebbe rappresentare l'antro dell'inferno e invece... E' il reparto maternità dell'ospedale G.B. Grassi di Ostia. Il tanto decantato polo neonatale invidiato in tutta la regione.

E' anche il pronto soccorso ginecologico, e per mia sfortuna ho dovuto andarci, e quando vai in un pronto soccorso non è che già stai tanto bene, entrando in questa sala ti senti oppresso e angosciato! Solo noi italiani, mi posso spingere anche fino a scrivere noi romani, possiamo credere che tutto ciò possa sembrare "pittoresco". Fa schifo.

E' la sala dove i papà, gli zii, i nonni e i cugini tutti aspettano un lieto evento, la nascita di un pupetto o una pupetta, dovrebbe essere pieno di dazebao colorati, di poster con istruzioni su come cambiare pannolini, su liste di diete da tenere in allattamento, di foto di bimbi!

Fra l'altro basterebbe una telecamera, o una scritta che indica una telecamera accanto all'avviso di sanzioni per chi imbratta i muri...

Penserete che stia esagerando, bhe', vi dico solo che questa foto non rispecchia assolutamente la realtà, forse è un po' vecchia; le scritte nere sono aumentate e sono talmente fitte che non si vede più un pezzetto di muro! Non è certo una sala dove attendere un lieto evento.

Provare per credere, andate a farci un giro (da sani, ovviamente).

Vane

IL PAESE DEI FURBI



INCHIESTA ITALIANA.

Siamo il Paese dei malati immaginari. Dagli ultimi controlli su 200mila pratiche emerge che un pensionato su 10 è perfettamente sano.
Falsi invalidi, il boom delle truffe
ci ruba un miliardo ogni anno

di PAOLO GRISERI E EMANUELE LAURIA


LE ULTIME scene della commedia le hanno girate i carabinieri di Napoli immortalando in un video un cieco che parcheggia l'auto e un altro in fila alle poste mentre legge il giornale. Le hanno scritte i magistrati di Siracusa, raccontando nei verbali la storia dell'assessore comunale che prometteva pensioni in cambio di voti e dettava ai medici compiacenti le percentuali di handicap da assegnare: 74, 74, 100. "Erano solo pronostici", si è difeso il "profeta" di fronte alle intercettazioni che lo incastravano. Il film dei furbi, i pm di Palermo l'hanno invece ambientato fra i palazzoni dello Zen 2 progettati da Gregotti. In ogni condominio almeno un falso invalido: in via Rocky Marciano ne hanno scovati quindici. Lì vicino, in via Agesia di Siracusa, nove. Il Paese degli assegni di assistenza facili è raccontato da storie rocambolesche che fanno da sfondo alle inchieste giudiziarie e da numeri impressionanti che emergono dalle indagini dell'Inps. Appena si è mosso, l'anno scorso, l'istituto ha constatato subito la dimensione del fenomeno. Ecco l'esito delle prime verifiche: sul campione di 200 mila pratiche controllate poco più del 10 per cento, 22.000, sono state cancellate. Erano intestate a gente in buona salute. Altre 20 mila sono in attesa di esame e definite a rischio. Per il 2010 sono stati disposti centomila nuovi controlli straordinari, restringendo il campo solo ai casi più sospetti: assistiti in giovane età o affetti da patologie dalle quali solitamente si guarisce. Ma c'è una montagna da scalare. Quanti sono davvero oggi i falsi invalidi in Italia? E quanto pesano sui bilanci dello Stato?


Un miliardo in fumo
L'Inps si muove in quella che il presidente, Antonio Mastrapasqua, definisce "una terra sconosciuta". Dove, racconta, "stanno insieme il malato di Sla e chi ha un dolore al gomito". L'unica certezza è la costante crescita della spesa annua per l'assistenza agli invalidi civili: dai 13,5 miliardi di euro del 2006 ai 16,6 previsti nel 2010. E il numero, anch'esso in aumento, degli assistiti: oggi sono 2 milioni 741 mila. Se si applicasse la percentuale di pratiche irregolari emerse sinora al numero complessivo delle prestazioni, saremmo di fronte a quasi 12 mila nuovi falsi invalidi nell'anno appena iniziato. Riempirebbero 256 autobus e infoltirebbero una colonna che trasporta già altri 300 mila colleghi. Ma l'Inps invoca cautela, sottolineando le peculiarità del campione, che escludeva alcune fasce di invalidità ritenute certe. L'istituto vuole voltare pagina, con una riforma che accorcia l'iter burocratico per ottenere i contributi e assegna all'istituto un maggiore controllo sulle procedure. "La cosa più importante adesso non è la ricerca dei falsi invalidi, ma evitare di laurearne di nuovi", dice Mastrapasqua. Per non far crescere la cifra innominabile delle risorse pubbliche sperperate: "Sicuramente alcune centinaia di milioni di euro", afferma, prudente, il presidente dell'Inps. In realtà un miliardo, se non di più. Eccola, la voragine nei conti dello Stato. Come si è prodotta? A chi conviene far muovere questo ingranaggio?

Le fabbriche degli invalidi
Nel Paese degli scaltri, quella dei malati virtuali è una macchina che produce favori per molti: non solo per i beneficiati diretti ma anche per politici, criminali e qualche associazione ufficialmente dedita alla carità pubblica. La catena di montaggio delle false pratiche è alimentata da soldi o voti. C'è solitamente un collettore delle domande (lo "spicciafaccende") e un utilizzatore finale, il falso invalido. "Una pratica può costare fino a 6 mila euro", racconta il pentito Alessandro Galante al pm palermitano Sergio Demontis. Il meccanismo è semplice: i procacciatori di assegni illegittimi si dividono i soldi degli arretrati, il credito accumulato dall'assistito dal momento della domanda a quello del riconoscimento dell'invalidità. Il falso invalido incasserà nel futuro, il boss si porta a casa la somma maturata nel passato. Ma nella catena ci devono essere complici a ogni passaggio. Ad aiutare i furbi una vera e propria giungla di organismi che, fino al 31 dicembre scorso, concorrevano alla decisione finale. Dodici passaggi, quasi una via crucis. Fino a poche settimane fa la trafila era infinita: domanda all'Asl, visita medica, trasmissione del verbale all'Inps, verifica della commissione periferica del ministero del tesoro (in alcune regioni), esame del verbale da parte dell'Inps. A questo punto, a seconda del giudizio dell'istituto di previdenza, ulteriori accertamenti oppure trasmissione del verbale all'Asl e quindi il via libera dell'ente concessore. Che in Campania, ovvero nella regione meridionale con il maggior numero di assistiti, era fino a un mese fa il Comune o la Provincia: "Non esattamente una garanzia di resistenza alle pressioni", fa notare il presidente dell'Inps Mastrapasqua. Un iter estenuante: 345 giorni la media italiana, quasi due anni in Sicilia. Dove, stando alle statistiche, su dieci malati di tumore, sette muoiono prima di ricevere l'assegno: i falsi invalidi tagliano la strada a chi ha davvero bisogno. A ogni stazione della via crucis è in agguato la truffa. La mancanza di controlli incrociati fra i vari organismi e l'assenza di un numero di protocollo unico per ogni singola pratica ha favorito l'illegalità. Numerosi i casi in cui le commissioni mediche sono state allegramente saltate con un verbale falso e un timbro fai da te. Ma il punto più pericoloso del viaggio è proprio il passaggio dalle commissioni mediche: a Siracusa l'ex assessore Francesco Zappalà, presidente della locale sezione dell'Anmic (Associazione nazionale invalidi e mutilati civili), si appoggiava, stando alle accuse, a un medico compiacente provvidenzialmente inserito nel gruppo di coloro che esaminavano le domande. Quel medico, a sua volta, era la punta di un iceberg di favori e connivenze. Ma come funzionano questi organismi che decidono chi è meritevole di un sostegno economico e chi no?

Lo zampino della politica
Le commissioni di verifica delle invalidità vengono pagate a cottimo: 7 euro a pratica per ognuno dei 4 medici, tre dei quali nominati dal direttore generale dell'Asl, a sua volta scelto dai politici. In certi casi, nelle regioni del Sud, le commissioni arrivano a smaltire 40 pratiche a seduta. Un'attività redditizia, che a un camice bianco può assicurare 280 euro in un pomeriggio. Un'attività alla quale guarda con attenzione chi cerca rendite elettorali. Luciano, nome di comodo, ha fatto parte per vent'anni delle commissioni mediche palermitane. E racconta: "Questo settore è una miniera di voti: produce almeno un deputato l'anno". Le associazioni che rappresentano gli invalidi hanno un membro di diritto nelle commissioni di invalidità. E ora sono nel mirino. A Siracusa il caso Zappalà. A Palermo il rappresentante dell'Anmic è stato fino a poco tempo fa Antonino Rizzotto, un ex deputato regionale dell'Mpa (poi transitato nel Pdl) che alle elezioni del 2006 fece il "botto": 8.150 voti che gli valsero pure la guida della commissione Sanità dell'Assemblea regionale siciliana. Ora Rizzotto ha lasciato posto, nell'associazione, alla sorella: una vocazione di famiglia. Il presidente dell'Unione ciechi, a Palermo, è un consigliere comunale della potente Udc di Cuffaro: si chiama Luigi Di Franco e alle Comunali del 2007 prese 1.477 voti. Quella degli invalidi, insomma, al Sud è una storia che si intreccia strettamente con la politica. A Napoli il demiurgo dei finti ciechi sarebbe Salvatore Alaio, titolare di un patronato e consigliere della municipalità di Chiaia, 1.912 preferenze nella lista di Forza Italia, arrestato con moglie e genitori. La truffa è stata denunciata da Fabio Chiosi, presidente della municipalità e suo collega di partito. In Sicilia, a ogni elezione, sono tanti i medici delle commissioni di invalidità che finiscono in lista: al punto che, tranne le emergenze, l'attività delle commissioni viene sospesa in periodo elettorale. Succede anche questo, nella terra delle invalidità facili. Ma quanto vale il riconoscimento di un handicap?

I "benefit"
L'assegno di assistenza di 255 euro scatta solo con una percentuale di invalidità dal 74 per cento in su. Il proliferare di finti pazzi - a Napoli, ma anche a Palermo - è legato proprio al raggiungimento di questo tetto. "A una persona affetta da gastroduodenite basta riconoscere una depressione per aumentare la percentuale e far varcare la soglia per la pensione", spiega chi indaga nel capoluogo campano: mens insana in corpore insano. Con il cento per cento scatta anche l'assegno di accompagnamento di 472 euro, che non è vincolato all'età e al reddito dell'assistito. E poi c'è la legge 104, che dà diritto a tre giorni di assenza dal lavoro ogni mese. C'è la possibilità di non pagare il biglietto su bus, tram e metropolitane, l'esenzione dal pagamento del bollo auto, lo scontro sull'acquisto delle vetture e sulle polizze assicurative. Fino al mitico pass H, che garantisce di parcheggiare liberamente e viaggiare nelle corsie preferenziali nei centri storici di tutta Italia. Benefici sacrosanti, per gli invalidi veri. Ma non pochi ne hanno abusato: a Cortina d'Ampezzo i vigili hanno trovato falsi permessi all'interno di auto lasciate a ridosso delle piste da sci ed è scattata un'inchiesta della Procura. A Palermo si indaga su un giro di pass rilasciati con troppa facilità o addirittura oggetto di un mercato clandestino. Ma dove sorgono, in Italia, i regni dei falsi invalidi?

Un Paese a due velocità
Non è una mappa uniforme, quella dell'invalidità civile. In Trentino, nel 2009, è stata concessa una nuova pensione. Una sola. Ma chi pensa che da Roma in su il fenomeno non esista deve ricredersi: la regione con il maggior numero di assegni per abitante (5,48) è l'Umbria. E, in valori assoluti, la Lombardia batte tutti: quasi 269 mila invalidi, con una spesa di un milione di euro l'anno per garantire i compensi dei medici delle commissioni di invalidità. Ma due terzi dei sussidi erogati continuano a raggiungere assistiti del Centro-sud, dove gli assegni rilasciati dall'Inps diventano un sostegno sociale. E dove l'abuso ha disegnato una realtà a macchia di leopardo. Città, paesi, quartieri popolati da malati dalle cartelle mediche sospette. A Napoli, lungo l'interminabile vicolo del Pallonetto di Santa Lucia, dal Chiatamone a Monte di pietà, rumoreggiano i parenti dei sessanta finti ciechi finiti in carcere con l'accusa di falso. E ora si indaga su trecento falsi matti dello stesso rione. Ogni giorno, racconta Antonio Barra, presidente della commissione medica di zona, è una continua lotta con pazienti "che fanno scena muta, si gettano per terra o minacciano di darsi fuoco per farsi assegnare l'invalidità per problemi mentali". A Palermo è ancora in corso il maxi-processo a mille falsi invalidi: una miriade di procedimenti davanti al giudice monocratico, condanne per sei mesi e restituzione degli arretrati. Il volume di affari fatto con le tangenti, per i registi del raggiro, è stato di sei milioni di euro. Ci sono gli invalidi dello Zen e quelli del Comune di Misilmeri, un centinaio. Interi nuclei familiari alle prese con affezioni tutte uguali: demenza senile per i più anziani, forme di epilessia per i giovani. Uno dei protagonisti della truffa, Antonino Cusimano, invalido anche lui, ha confessato di aver fatto avere la pensione - fra gli altri - alla sorella, alla figlia e a tre cognate. A Carlentini, nel Siracusano, gli abitanti alla ricerca di un assegno si rivolgevano al dottor Massimo Gramillano, medico con la passione per la politica e guaritore al contrario: aiutava i compaesani a diventare invalidi. E domandava in cambio voti, per sé e per conto di Zappalà. Alla signora Giovanna ne ha chiesti quattro, uno per ogni componente della famiglia. Lei ci è rimasta male, anche perché pure il marito era candidato. Così, complice un'intercettazione telefonica, la donna ha raccontato tutto ai magistrati. Ed ha preso corpo l'inchiesta: ma il reato di voto di scambio si prescrive in due anni e tutto rischia di finire a tarallucci e vino. A Taranto, dove c'è un invalido ogni due famiglie, la commissione di verifica dell'Inps ha rilevato cartelle mediche di sedicenti malati di mente che da soli conducono aziende. E a Enna i medici incaricati di rivedere le invalidità concesse hanno scoperto malattie accertate nel 1980 e mai più verificate. Chi, per fortuna, è guarito, continua ad essere malato. Almeno per lo Stato.

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(23 febbraio 2010)

giovedì 28 gennaio 2010

BRESCIA SI LIBERA DEGLI IMMIGRATI REGOLARI



Con 500 euro Brescia si libera degli immigrati (regolari)
CHI VUOLE PUÒ RESTITUIRE IL PERMESSO DI SOGGIORNO E IL COMUNE PAGA LE SPESE PER IL RIMPATRIO

di Elisabetta Reguitti

Come liberarsi dagli stranieri? Come fare in modo che la cosa non sembri una “cacciata” ma venga confezionata nel migliore dei modi? Questione di saper cogliere la palla al balzo, non la sciandosi scappare l’occasione di un progetto che, ufficialmente, ha una valenza sociale. Accade infatti che l’amministrazione comunale di Brescia abbia annunciato che aderirà al progetto europeo Nirva (Network italiano per il rimpatrio volontario assistito) promosso da Acli, Caritas, Cir, Aicre (Associazione italiana per il consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa) e Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) co-finanziato dall’Unione Europea e dal ministero dell’Interno. Il progetto si occupa solamente di rifugiati, richiedenti asilo, possessori di permesso per motivi umanitari, vittime della tratta o stranieri con permessi temporanei. Ma Brescia ha annunciato che verrà esteso ad altre categorie. E dunque: 496 euro in aggiunta ad un biglietto di sola andata per gli stranieri regolari che decidano di riconsegnare il permesso di soggiorno e di allontanarsi dall’Italia per almeno cinque anni. In caso di rientro anticipato verrà chiesta la restituzione della cifra complessiva.

“Con questa delibera a Brescia rimarrà invariato il numero degli immigrati irregolari e diminuirà quello degli stranieri con regolare permesso di soggiorno” afferma il consigliere comunale del Pd Beppe Ungari. A non convincere è il fatto che il progetto promosso dal Nirva sia finalizzato alla reintegrazione degli immigrati nei propri Stati di provenienza. Possibilità garantita da un percorso che prevede anche l’avvio di un’attività economica. Aspetto, questo, del tutto estraneo nel caso di Brescia, secondo Franco Valenti. Che oggi è presidente della Fondazione Guido Piccini, consulente per l’immigrazione della Cgil di Brescia ma soprattutto, responsabile dal 1989 al 2008 del servizio integrazione cittadinanza del Comune di Brescia: una struttura istituzionale alla quale facevano riferimento la Questura e l’Asl, ma smantellata all’indomani dell’insediamento dalla giunta guidata dal sindaco onorevole Adriano Paroli e dal vice Fabio Rolfi esponente della Lega.

“Fermo restando che ci possano essere casi di immigrati che avendo perso il lavoro si sono rivolti a realtà come la Caritas per avere un aiuto economico o per tornare nella loro terra d’origine, credo che questa decisione del Comune vada, piuttosto, nella direzione di liberarsi delle persone. I progetti di rimpatrio volontario assistito sono iniziati già negli anni ’90 – prosegue Valenti – e prevedono percorsi articolati da realizzare. Non si tratta certo di bonus per incentivare il rientro di categorie deboli”. Il rischio, tra l’altro, per Valenti è proprio quello di avviare paradossalmente un circolo di assistenzialismo finalizzato solo al ritorno a casa.

“Ritengo questa iniziativa ambigua rispetto alle vere finalità”.

E sul fatto che l’amministrazione comunale abbia dichiarato di aver speso oltre due milioni e duecentomila euro per contributi a stranieri in difficoltà, Valenti affonda: “Oltre due milioni di euro? Per rispondere a quali bisogni sociali? In tempo di ristrettezze economiche, un’istituzione ha comunque il dovere di utilizzare con saggezza i soldi pubblici. Ho ragione di credere, al contrario, che l’attuale sistema di governance dell’immigrazione a Brescia faccia acqua da tutte le parti. E finanziare con esiti incerti il rimpatrio di immigrati bresciani ne è un esempio”.


fonte: http://www.antefatto.it/regalo2010