domenica 27 giugno 2010

USTICA


1980 - 2010



QUOTIDIANI SU MOZZARELLE BLU E ABUSI IN SPIAGGIA



Certo che i soldi so' sempre soldi, eh? La Repubblica nella stessa pagina dove parla delle famose mozzarelle blu del Todis, vende proprio al Todis lo spazio pubblicitario.

fonte:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/06/22/news/mozzarelle_blu_sequestri_anche_nel_lazio_una_denuncia_ad_ostia-5061688/

Non vi credete, dopo de "La Repubblica" tocca pure a "Il Messaggero". Ieri facendo colazione in un bar scorgo il quotidiano aperto su un tavolino, alla pagina delle notizie dal litorale. Leggo il titolo di un articolo e penso: NON CI CREDO, finalmente qualcosa di concreto per gli abusi degli stabilimenti balneari. TITOLO: "VIGILI-BAGNANTI A CACCIA DI ABUSI". Invece poi leggo il sottotitolo, tristezza infinita: "SULLE SPIAGGE DI OSTIA AGENTI TRAVESTITI DA TURISTI CONTRO RACCHETTONI, PALLONI E ANIMALI SULL'ARENILE"! No dico, e secondo voi gli abusi sulle spiagge sono i racchettoni, i palloni e gli animali sull'arenile? Ma andate a farvi un bagno tutti, idioti!

venerdì 25 giugno 2010

MAMMA ROMA, ADDIO!

Lo stronzo della Uno bianca.


Ero col mio pancione enorme e con la mia andatura lenta (sembro sempre di più il Commissario Winchester quando insegue la papera) che attraversavo la strada completamente sgombra di macchine sulle strisce pedonali davanti a un asilo nido della sempre ormai più mestamente famosa Ostia Lido.

Mentre sono quasi a metà strisce uno stronzo abbronzato con gli occhiali da sole al telefonino con sigaretta e braccio di fuori momenti mi arrota. Faccio uno scatto di reni per evitare il suo specchietto e mi scappa: "HEY!".

Non mi fosse mai scappato, il tizio inchioda, con le ruote posteriori ancora sulle strisce, a 10 centimetri dalle mie chiappone e fa al tizio con cui era al telefono: "'spe' 'spe' 'spe' 'n po', famme sentì questa che vole?". E abbassa il telefonino. E io: "Come che voglio? Ma non vedi che pancia che ho, avresti dovuto almeno rallentare, io non ce la faccio più ad accelerare l'andatura con questa stazza". E lui: "ma chi t'ha chiesto d'accelerà? Anvedi questa".

Mi sono girata verso mia mamma che aveva una faccia un po' preoccupata e ho deciso di sorvolare. Il tizio è ripartito con la sua fantastica Uno bianca, ritirando su il cellulare: "Dicevamo?" (come per intendere: problema con rompicoglioni incinta risolto).

Ma che rabbia che mi è rimasta! I moccoli che ho tirato! Sulle strisce! Davanti a un asilo! Con una donna incintissima che attraversa! Vergogna! Ignorante, maleducato! Specchio di questa società egoista, ma ancor più specchio di questa Roma ormai alla deriva.

Per voi, Remo Remotti, "Mamma Roma, addio!"


In effetti, la risento e mi dico: ma di cosa si lamentava!
Magari a riavercela indietro la Roma che cantava Remotti!
Beh, magari non tutta!

Vanessa


giovedì 24 giugno 2010

INPS - Inferno Non Più Sostenibile


24 giugno 2010

Oggi è giovedì, la INPS di Ostia è aperta dalle 15 alle 17. Gioca l'Italia. Mia mamma con delega in mano, fiduciosa di trovare poca gente, va al mio posto perché, all'ottavo mese e a quest'ora d'estate, non riesco più a muovermi, per la pancia e per il caldo. Appena gira l'angolo di via delle Baleniere si accorge che ci sono già un centinaio di persone in fila. "Il giovedì a quest'ora è pieno, signora, perchè la mattina la gente lavora e oggi è l'unico giorno che l'INPS apre anche il pomeriggio."

La INPS apre, neanche puntuale, la gente è il doppio del solito; per le gestanti è aperto un solo sportello, le pancione come me boccheggiano, non c'è aria condizionata. Gli impiegati latitano. Non si trova un dirigente o un capoufficio; mia mamma vuole lamentarsi del fatto che con questo caldo e con questa fila non ci sono né aria condizionata né sportelli aperti a sufficienza.

Manca il personale allo sportello, mancano dirigenti e capouffici.
C'è solo un usciere che non può esser di tanto aiuto. Gioca l'Italia.

La INPS (che a questo punto è l'acronimo di Inferno Non Più Sostenibile): un altro fiore all'occhiello di questa Italia che tifa ai mondiali. Peccato che l'intuizione di mamma di trovare poca gente perchè l'Italia si sta giocando le sue ultime carte in Sud Africa alla fine risulti inerente solo agli impiegati e non agli utenti.

Sono ancora qui che aspetto sue notizie.

Vanessa


AGGIORNAMENTO: mia mamma è stata in fila allo sportello INPS senza aria condizionata per 2 ore e 40 minuti. L'usciere all'entrata stava fumando. Nessuno se l'è filata. L'impiegata allo sportello ha affermato che stava sostituendo le colleghe assenti e quello non era il suo lavoro, quindi non capiva bene cosa dovesse fare. Il PC davanti a lei era SPENTO. La correzione che occorreva a me non è stata fatta né su loro PC né sulla loro copia cartacea, bensì sulla fotocopia di mia proprietà che tenevo per sicurezza, che poi alla fine l'impiegata ha rifotocopiato per se stessa. Ditemi voi se questo è il modo di (1) lavorare (2) trattare le persone.

Quel che penso da un po' di tempo è che fra tutti i raccomandati e gli infiltrati, negli uffici, nella politica, ecc. nessuno è più veramente skillato per il lavoro che deve fare. Nessuno sa fare più il suo mestiere.

Un minimo di serietà, cazzo.

Vanessa & Marisa


L'AQUILA DA CONOSCERE



"Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno. Causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere. Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio. E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio. Le racconto del centro militarizzato.

Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l'ICI e i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa ,che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo. Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un'appartamento in via Giulia, a Roma. La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio. O un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra. Lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo. Le racconto di una città che muore."


Cercando fonti di questo scritto in internet (non che ne servano, chi importa chi l'ha scritto se quel che c'è scritto è palesemente vero), trovo note di critica, trovo gente che chiama i terremotati de L'Aquila piagnoni. Che i friulani non piansero altrettanto, ma orgogliosi si rimboccarono le maniche. Che chi aspetta ristrutturazioni dallo Stato deve aspettarsi burocrazia e sugli approfittatori, beh, ognuno ha quel che si merita. Quel che si merita?

Bella l'empatia, bella la compassione. Ma meglio il non volersi immedesimare nei panni dell'altro. Si campa davvero meglio. Qui il link, con il testo de l'aquilana tranciato, ma in compenso con molti assensi al seguito:


Forse sotto il terremoto del Friuli il Governo e i politicanti tutti non stavano a farsi solo gli affari propri, sperperando soldi pubblici, pagando mignotte, costruendo ville, raccomandando amici; forse per questo agli aquilani brucia un poco di più il peperone. O sbaglio?

Vanessa

lunedì 14 giugno 2010

DOWN BY LAW



Molti avranno sentito la notiza al TG e spero si sollevi qualcosa di più del polverone. In pratica sabato scorso una bimba down e la sua accompagnatrice sono state allontanate dallo stabilimento Plinius (si legge negli articoli successivi) perchè non avevano pagato l'ingresso e perchè non potendo mettersi da altre parti si sono sedute a riva. Vi incollo anche l'articolo edulcorato e più "volemose bene" del Corriere.

E' intervenuto il bagnino dicendo che l'ordinanza prevede che sulla battigia si può solo transitare. Ora, questo è verissimo, ma a parte che non ci devono essere neanche i pedalò e i pattini, nè la domenica col pienone i lettini o gli asciugamani, bisogna anche spiegare perchè cavolo di motivo non si possa entrare e fermarsi in una spiaggia che è demanio pubblico. Inoltre se sto sulla battigia non posso fermarmi due secondi? Se c'è un'emergenza mi sposto cavolo, per di più con la spiaggia semivuota. E' pretestuosa, i proprietari gli avranno detto di cacciare via quelle persone, così come a noi dicevano di mettere i lettini attorno a quelli con l'asciugamano, che avevano regolarmente pagato, per farli mettere ai lati. Cosa che noi non facevamo perchè era loro diritto stare lì.

Purtroppo quando hai una banconota al posto del cuore...ma mi spiace se sono duro, per me parte della colpa ce l'ha pure chi li frequenta assiduamente certi stabilimenti, perchè va ad alimentare una situazione sbagliata in partenza. Troppo comodo indignarsi e basta quando c'è il fatto eclatante.

Sandro

Gli articoli:

martedì 1 giugno 2010

BLOCCO PARTO GRASSI - SALA D'ATTESA

Per chi non poteva credere a quel che dicevo qui:
oggi ho documentato con foto mie la sala d'attesa del blocco parto del Grassi.

Stamattina ho fatto il mio primo monitoraggio, e devo dire che quel che si dice del personale di questo reparto è vero: le ostetriche sono molto dolci e pazienti, le dottoresse molto disponibili, e tutti ti sorridono; è quasi un piacere entrarci, quasi dimentico tutte le fastidiose complicazioni di questa gravidanza. Però... come dicevo tempo fa c'è un però, un grosso, orribile però.

Per entrare in questo paradiso, devi passare per l'anticamere dell'inferno. E a nulla è valso il cartello attaccato alla porta del blocco parto dove si intimano multe a chi verrà preso in castagna a scrivere sui muri. Io proporrei una bella telecamera, non so come la legge sulla privacy regoli tali situazioni, ma penso che non possa non esserci un metodo legale per punire chi compie questo:




Benvenuti pupetti. Benvenuti al mondo. Benvenuti in Italia.

Vanessa