da Repubblica.it
Il retroscena. Il presidente pensa a un richiamo formale al direttore
Il cdr: "I messaggi sono molto duri, arrivano a tutte le redazioni del nostro giornale
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Il cdr: "I messaggi sono molto duri, arrivano a tutte le redazioni del nostro giornale
"Un mare di mail agita Saxa Rubra
e anche i "falchi" chiedono moderazione
e anche i "falchi" chiedono moderazione
di GOFFREDO DE MARCHIS

Mentre Minzolini era fuori città la redazione del Tg1 ha cominciato ad assumere le sembianze di un terreno di guerra. Uno scontro, raccontano alcuni testimoni, ci sarebbe stato già sabato sera, tra falchi e colombe, tutto interno a giornalisti che fanno riferimento al Pdl. Persino Francesco Giorgino, capo del servizio politico, vicino alla maggioranza, avrebbe suggerito "moderazione". Insomma, di lasciar perdere l'editoriale. Due fedelissimi di Minzolini, Gennaro Sangiuliano e Luigi Monfredi, invece lo avrebbero incoraggiato ad andare avanti. Minzolini, su una linea che cade in continuazione lungo una tratta ferroviaria, ribatte senza scomporsi a queste indiscrezioni: "Cavolate. La redazione è molto tranquilla".
I telespettatori molto meno, però. Si fa cenno alle proteste del pubblico nel comunicato letto ieri sera da Tiziana Ferrario alle 20.30. La Mancuso spiega: "La nostra posta elettronica è piena di mail molto dure. "Vergognatevi", "Minzolini si deve dimettere", "siete servi". Arrivano a tutte le redazioni Interni, Esteri, Economia...". Succede, nei giornali, che qualche lettore si lamenta sempre. Ma questo è un coro, dicono. Il Cdr aspetta la convocazione di Paolo Garimberti e Mauro Masi per spiegare ai vertici dell'azienda "il disagio". E tra dieci giorni convocherà un'assemblea di redazione, prima deve rientrare l'altro membro del Cdr Alessandro Gaeta, inviato nelle zone dello tsunami.
Minzolini non si preoccupa. Dice di aver rispettato tutti, compresi i colleghi del Tg1. "Non ho detto che era sbagliata la manifestazione, ho detto che si poteva criticare. E mi stupisce la sollevazione del Cdr proprio quando si vuole difendere la libertà di tutti di esprimere le proprie opinioni". Nei contatti con il sindacato interno ieri è stato più che cortese. Ha chiesto se volevano uno spazio in mezzo al Tg delle 20 ("ma allora il comunicato dev'essere più breve") o in fondo. Ma ora il direttore del Tg1 non può temere solo la reazione dei suoi giornalisti. Si muove, con uno dei commenti più severi, il presidente della Federazione nazionale della Stampa Roberto Natale, già segretario del potente sindacato dei giornalisti Rai. E il presidente Garimberti, che per votare a favore di Minzolini aveva incassato la prima raffica di polemiche del suo mandato, da tempo ha chiuso ogni rapporto con il direttore. La lettera che manderà oggi a Masi infatti aveva intenzione di scriverla già prima dell'editoriale di sabato. Una censura in piena regola. Con la citazione di 4-5 episodi circostanziati in cui la principale testata Rai aveva omesso notizie rilevanti.
Nell'ipotesi più severa Garimberti sarebbe intenzionato a fare riferimento, in questa missiva, a quello che in Rai si chiama "documento di reciproco impegno". E' il testo di un accordo che l'editore firma con i numeri uno dei telegiornali impegnandoli alla "massima correttezza dell'informazione". Come dire: Minzolini, nei suoi editoriali, può anche dire ciò che vuole, ciò che invece non può fare un giornalista del servizio pubblico è nascondere fatti, dichiarazioni, immagini. A cominciare naturalmente dalle feste a casa Berlusconi e dalle "confessioni" di Patrizia D'Addario. La violazione del "documento" cosa comporta? Il consigliere del Pd Nino Rizzo Nervo lo aveva già richiamato per chiedere la risoluzione del contratto con Minzolini. E' questo l'obiettivo anche di Garimberti?
(5 ottobre 2009)
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