lunedì 21 dicembre 2009

ADESSO DITEMI VOI SE PUO' TRATTARSI DI UNA COINCIDENZA


Il 32enne, nigeriano, potrebbe essere "il negro" citato in un audio
che testimonia di un presunto pestaggio compiuto dalle guardie penitenziarie

Teramo, muore in cella il detenuto
che avrebbe assistito al pestaggio

Incerte le cause del decesso, si attendono i risultati dell'autopsia



TERAMO - "Abbiamo rischiato una volta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra i n sezione, si massacra sotto...". Queste le parole registrate all'interno di uno degli uffici degli agenti di polizia del carcere di Castrogno a Teramo. Parole che raccontano di un pestaggio ai danni di un detenuto e dei timori che qualcuno avesse visto e potesse parlare. Un audio, pubblicato da Repubblica.it, che all'inizio di novembre fece scoppiare un caso e portò alla sospensione del comandante delle guardie penitenziarie.

Adesso, una notizia riporta quel carcere all'attenzione delle cronache. La morte, cioè, di Uzoma Emeka, 32 anni, di nazionalità nigeriana, deceduto nel carcere di Teramo due giorni fa. Per molti, "il negro" citato nella registrazione, anche se davanti ai magistrati che lo hanno ascoltato, finora ha sempre risposto con dei "non ricordo".

Non sono ancora chiare le cause del decesso dell'uomo. I primi riscontri fanno pensare a cause naturali. Si attendono i risultati dell'autopsia disposta dall'autorità giudiziaria. Sulla morte di Emeka è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Teramo.

Da verificare, soprattutto, che non vi siano stati ritardi nei soccorsi prestati all'uomo. Emeka avrebbe accusato un malore intorno alle 8.30 di venerdì scorso, all'interno della sua cella (dove stava scontando due anni per droga), e le guardie carcerarie lo avrebbero condotto in infermeria. Sottoposto alle prime cure, si sarebbe aggravato nelle ore successive. Vista la gravità delle sue condizioni, le guardie avrebbero chiamato il 118. Ma era già troppo tardi.

Finora sono sei le persone indagate per il presunto pestaggio del quale parlerebbe la registrazione, e che sarebbe stato compiuto lo scorso 22 settembre. Si tratta dell'ex comandante Giuseppe Luzi - sospeso dal suo incarico - di quattro agenti di polizia penitenziaria e del detenuto vittima del pestaggio, un italiano, iscritto nel registro degli indagati perché, secondo gli agenti, sarebbe lui l'aggressore. Abuso e lesioni le ipotesi contestate.

(21 dicembre 2009)

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