sabato 5 dicembre 2009

CHE BEL PAESE DOVE FAR CRESCERE UN FIGLIO



L'ARRESTATO HA CONFESSATO. IL CORPO DELLA VITTIMA TROVATO IN UNA RISAIA

Lite per lo stipendio non pagato
Il datore uccide un immigrato

L’omicida è un artigiano biellese. La vittima è un senegalese di 35 anni


MILANO - Il suo corpo è stato trovato in un canale di scolo di una risaia, nel vercellese, 35 anni immigrato senegalese, entrato in clandestinità e lavoratore in nero, ucciso dal datore di lavoro dopo una lite per un compenso non pagato per tre mesi di lavoro. L’omicida, artigiano biellese, è stato arrestato reo confesso. Le indagini sono state condotte dal nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Vercelli, che hanno ricostruito la vicenda e spiegano: due giorni fa in un canale tra le risaie del vercellese, nel comune di Arborio, è stato trovato il corpo di un immigrato. Era senza documenti i militari hanno eseguito accertamenti e attraverso le impronte digitali sono arrivati a identificare il corpo: Ibrahim M.B., senegalese di 35 anni.

LA VICENDA - I carabinieri hanno rintracciato il fratello, che vive a Biella, ed è un sindacalista, il quale - spiegano i militari - ha raccontato di aver messo fuori casa Ibrahim questa estate, stanco di vederlo ubriacarsi e usare droga: non poteva più ospitare il fratello, soprattutto perchè in casa ha un figlio piccolo. Poi ha saputo che Ibrahim aveva trovato sistemazione da un artigiano di Biella. Il 35enne senegalese, infatti, si accorda con il suo datore di lavoro: vitto, alloggio, più 500 euro al mese per lavorare con lui. Il senegalese però a ottobre perde il permesso di soggiorno a causa dei suoi precedenti di polizia, quindi lavora in nero. L’artigiano continua ad ospitarlo e dargli vitto e alloggio, ma il senegalese a un certo punto decide di lasciare l’Italia, dove ormai era un clandestino e lo dice al suo datore: voglio andarmene, dammi i soldi che mi devi. Circa 500 euro per i 50 giorni che aveva lavorato. L’artigiano dice di non essere stato pagato a sua volta e di avere un po’ di pazienza. E continua a temporeggiare, ma l’immigrato una sera non vuole più aspettare e durante una cena scoppi la lite, Ibrahim impugna un coltello, ma l’altro è esperto di arti marziali, lo disarma e a sua volta afferra il coltello e colpisce più volte al torace il senegalese, uccidendolo: così l’artigiano biellese ha raccontato quella notte, il 24 novembre scorso, confessando il delitto ai carabinieri. Dopo ha caricato il corpo del senegalese sul furgoncino del lavoro, da Biella è andato nelle campagne vercellesi e nel buio e nebbia ha gettato non visto il cadavere nel canale. Dove lo hanno trovato i carabinieri di Vercelli due giorni fa. L’artigiano, F.D.O, dopo la confessione è stato arrestato.

IL SINDACATO - «E’ un omicidio che non può passare sotto silenzio» commentano in una nota unitaria i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Biella. «A nostro avviso - scrivono le tre sigle - fatti di inaudita gravita’ come questo rientrano in un clima generale di imbarbarimento dei rapporti sociali, con la possibile aggravante dell’odio razziale. I diritti dei lavoratori sembrano non avere piu’ cittadinanza e se, come in questo caso, il lavoratore è extracomunitario, possono sollecitare le reazioni piu’ estreme». E per mercoledì prossimo i sindacati hanno indetto un presidio di fronte alla prefettura di Biella.

04 dicembre 2009

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