DOPO L'ATTACCO SULLA PRESUNTA EUTANASIA NELLA STORIA MATER MORBI
Polemica Dylan Dog, la Roccella replica«Male interpretata. Non ho letto la storia»
Il sottosegretario alla Salute risponde allo sceneggiatore Recchioni: «Anche io dico no al rifiuto della malattia»
Disegno di Roberto Recchioni |
L'eutanasia di Dylan Dog
PRESA DI COSCIENZA - Il Fatto Quotidiano, L'Unità, Il Secolo d'Italia e venerdì Liberazionehanno indugiato in questi giorni sul canovaccio di Mater Morbi: malattia, terapie intensive, sofferenza, dilemmi etici della medicina. Del resto Recchioni, romano classe '74, ha scritto la sceneggiatura rifacendosi alla sua esperienza di malato che dalla nascita è costretto a un continuo andirivieni negli ospedali. Un percorso che lo ha condotto a una serena presa di coscienza: lui, che oltre a sceneggiare è anche disegnatore, si è ritratto in una vignetta in un letto di ospedale, mentre si domanda «Perché a me?», e una voce fuori campo gli risponde: «E perché non a te?». «Però non mi interessa 'vendere' la mia malattia», si schermisce il cartoonist, «ciò che conta è dire che il fumetto parla continuamente di cose serie, eppure non c'è attenzione per questo mezzo di comunicazione».
TEMATICHE SOCIALI - Recchioni si batte da tempo per la valorizzazione del fumetto sul suo blog, Dalla parte di Asso Merrill, che è fra i più letti in assoluto in Italia (Wikio lo colloca al 281° posto). «In Italia il fumetto sta chiuso in un ghetto che non comunica col resto dei media», prosegue Recchioni. «Ogni volta che c'è polemica pare la prima volta che il fumetto è diventato 'serio'. Certo, stavolta abbiamo toccato un nervo scoperto, ma Dylan Dog da sempre si confronta con le tematiche sociali». E Mater Morbi è un concentrato delle riflessioni di Recchioni. A pagina 97 Dylan scrive nel suo diario: «Cosa succede quando il male è una parte di noi? Ignorarlo o rifiutarlo è inutile o dannoso». Ma poche pagine prima Recchioni fa dire a Dylan: «Sono convinto che chiunque sia in possesso delle sue facoltà mentali debba essere anche padrone del proprio destino.. specie se quel destino è fatto di atroci sofferenze», pensa l'eroe in giacca e camicia, ma poi manifesta la sua perplessità a staccare la spina se non si ha chiara la volontà del malato: «Chi sono io per mettere in dubbio i miracoli?».
Alessandro Trevisani
23 gennaio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nessun commento:
Posta un commento